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Teatro Regio. Dall'Olio e Vescovi (PD): "Il Comune non ha ancora definito una chiara strategia"

17 settembre 2012

Pubblicato in: Gruppo PD Comune PR

 Quando si parla di rinnovamento del Teatro Regio il riferimento ad una "strada" imboccata, ad un percorso da compiere richiama, inevitabilmente, il nodo del tempo e dei tempi di soluzione dei problemi connessi al Regio stesso. Purtroppo la realtà del Teatro è che non è stata finora individuata una  strategia definitivamente risolutiva, capace di sbloccare effettivamente la situazione (dei lavoratori, delle produzioni artistiche, della restituzione di credibilità all'ente) nonostante l'imminenza di scadenze cruciali (Verdi Festival, Bicentenario verdiano). Ma più ancora di questi importantissimi e nodali appuntamenti, all'amministratore sta a cuore, così come a tutta la cittadinanza, il futuro del teatro, inteso come organo del corpo-città. È il "nuovo" Regio, come motore e volano vero di cultura (anche intesa come cultura dell'etica, della trasparenza nel governo dei beni  pubblici, come sono appunto la cultura artistico-musicale che appartiene in primis alla collettività cittadina, nazionale, internazionale) che va salvato e salvaguardato. È il Regio come fonte e luogo di lavoro, capace di sostenere il proprio indotto che va fatto (ri)splendere di nuova luce. Cosa si chiede al Sindaco come presidente della Fondazione Regio e all'Assessore alla cultura del Comune? È pleonastico, ma non del tutto superfluo, ribadire che primo obiettivo per giungere efficacemente all'azzeramento del  sistema di gestione artistico-amministrativa"coordinato"dall'ex Sovrintendente- è  quello di cercare di/trovare tutte le convergenze e le sinergie possibili fra le forze "sane" della città e del territorio provinciale che vogliano concorrere, trasparentemente, a rilanciare, in qualità di soci, la Fondazione. Per far ciò è essenziale che sindaco e assessore parlino subito a tutta la città, illustrino il proprio progetto per il Teatro e per la vita artistico-culturale su di esso innervata. Le recenti vicende legate alla fuoriuscita dei soci della Fondazione ha aperto una falla preoccupante non solo nella struttura amministrativa (CdA) della Fondazione in quanto ente, ma anche nel legame che corre fra questi stessi soggetti e la città e che li fa vedere, ora, come partners maggiormente motivati nei confronti del mantenimento dello status quo (sistema-Meli, per intenderci) che interessati al futuro del Teatro (bene pubblico). È evidente che il tempo è scaduto per questo. La città e il Consiglio attendono di conoscere dai soci uscenti le motivazioni delle proprie decisioni individuali; dal sindaco come e con chi pensa di sostituirli Resta quindi il nodo cruciale della nomina delle figure di vertice del Teatro. Le contingenze e le scadenze imminenti farebbero ragionevolmente pensare alla legittimità di un atto d'ufficio, di una precisa assunzione di responsabilità e di autorità da parte del sindaco che porti alla nomina di una"Direzione" cui affidare le sorti del Teatro e dei prossimi appuntamenti.Alcune personalità del mondo artistico-musicale della città e non solo si sono espresse senza reticenza, mettendo a disposizione del sindaco e della città la propria indiscussa ed indiscutibile competenza professionale e di settore, frutto di importanti e unanimemente apprezzate ed applaudite esperienze di studio e di lavoro, hanno redatto progetti ad hoc, indicato traiettorie, formulato ipotesi, suggerito soluzioni, messo a disposizione opinioni e idee per fare uscire la situazione dall'impasse in cui langue. Il sindaco ha probabilmente vagliato le diverse opzioni: ora è il momento, lo ripetiamo, di parlare apertamente alla città e, quindi, di agire,operando scelte chiare 

Maurizio Vescovi  Nicola Dall'Olio Consiglieri PD Consiglio comunale di Parma


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