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Pagliari (PD). Riflessioni dopo il primo turno

29 novembre 2012

Pubblicato in: Articoli PD Parma

Essenzialmente, l' "appeal" del PD e del centro sinistra non è ancora decollato sia per il ricordo legato all'esperienza del governo Prodi, sia per l'appoggio al governo Monti, sia per la correlata diffidenza per la capacità di superare l'agenda Monti o, comunque, di reimpostare l'indirizzo di governo. Un'esigenza - sia chiaro - che sentono sensibilità le più disparate e provenienti dalle storie le più diverse, ma unite dalla comune attenzione per la solidarietà, per la crescita, per lo sviluppo, per i diritti e per l'equità sociale. Valori civili, sociali e democratici; valori non retrò, né legati a politiche conservatrici; valori che richiedono, nella loro applicazione politica, grande capacità progettuale, notevole spinta innovatrice e sicuro coraggio perché, oggi più che mai, vogliono dire combattere i corporatismi, gli egoismi individuali, i privilegi e i mali endemici dell'Italia; valori che richiedono scelte scomode e scomodanti. Il che è come dire il ritorno alla Politica, come funzione di governo indipendente e responsabile, capace di grandi sintesi in autonomia per realizzare il bene comune.
Su queste basi, la premessa necessaria è una chiara visione di insieme della Società italiana, delle sue caratteristiche, delle sue potenzialità e delle sue criticità.
Una visione che, sicuramente, comprende la valorizzazione delle nuove generazioni, ma che non ammette la rottamazione delle vecchie perché una società cresce, se cresce armonicamente e non secondo logiche emarginanti; una visione che non lascia spazio alla retorica e agli slogan, ma che assume la complessità dei problemi e non la loro elusione tramite la battuta facile.
Or bene, a me non pare peregrino leggere il voto di Bersani e quello di Renzi in base a questa tesi.
Se questa analisi fosse giusta, infatti, il voto per Bersani starebbe ad indicare una domanda di Politica con la "p" maiuscola; una domanda destinata a crescere e non a diminuire.
E parimenti si spiegherebbe perché la grande affluenza registrata in controtendenza in alcune zone non si è trasformata in una "standing ovation" per Matteo Renzi, come ipotizzavano molti commentatori.
In questo contesto, il voto di Parma città appare fortemente simbolico.
Quanti hanno pensato che Parma avrebbe preferito - e alla grande - il Sindaco di Firenze?
Quanti hanno creduto in buona fede che in quella direzione avrebbero spinto le recenti vicende elettorali comunali? 
Così non è stato: Bersani ha vinto pur in presenza di un forte consenso a favore di Renzi.
Sei mesi dopo, il "grande cambiamento" pizzarottiano sono tornate la responsabilità verso al politica, la voglia di partecipare per decidere i propri destini fin dalle fasi pre-elettorali, la necessità della Politica concreta, fattiva e seria. L'esito di domenica dice questo, dimostrando anche che, nel dopo primarie, la sintesi tra gli elettori delle Primarie non sarà impossibile, ma potrà avvenire.
C'è, infatti, una consapevolezza comune tra gli Elettori di Bersani e di Renzi, pur nell'evidente differenza delle visioni: Italia = Bene comune. E, su questa premessa, può essere che si innesti il primo, vero ed indispensabile rinnovamento del nuovo PD: il ritorno alla centralità della scommessa collettiva e del gioco di squadra e la marginalizzazione della logica delle avventure personali come (unica) ragione dell'impegno politico.
Il concreto rispetto dell'impegno dei contendenti di sostenersi reciprocamente nel dopo primarie costituisce la "prima pietra" di questa nuova dimensione o, ha, quanto meno, posto le premesse perché questo avvenga.
Chi vivrà vedrà!
Ma v'è di più e di diverso!
Il percorso verso le primarie e il 25 novembre hanno tendenzialmente "cambiato il libro" del PD: un Segretario che rinuncia alla candidatura statutariamente garantita e impone le primarie è un Segretario che abbandona le vecchie prassi e le vecchie logiche cristallizzate e ripropone l'attività politica come impegno e non come carriera, premessa di una gestione del partito aperta e non correntizia.
Il futuro dirà se questa premessa sarà adeguatamente sviluppata, ma oggi non si può non constatare questo fatto per obiettività.  

Giorgio Pagliari



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primarie 2012 | 

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