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Imu agricola, un errore. Restituire l'extra gettito pagato ingiustamente

19 febbraio 2013

Pubblicato in: Elezioni Politiche 2013

"Come per le Pmi, anche il settore agricolo per anni ha raccolto tante pacche sulle spalle e nulla di concreto, se non una presa in giro: l'Imu agricola varata da Monti ha massacrato le aziende del settore, tassando fabbricati che sono veri e propri mezzi di produzione. Un errore pesante che il Pd, se andrà al governo, sanerà immediatamente, restituendo l'Imu in eccesso".
Dopo diversi incontri con imprenditori e rappresentanti del mondo agricolo, Patrizia Maestri, candidata del Pd di Parma alla Camera dei Deputati, prende posizione a difesa di un comparto che "è vitale per la nostra economia e che ha bisogno di un intervento strutturale da parte dello Stato".
"Poco meno del 20% del nostro Pil deriva dal settore primario, ma in Italia è stato fatto di tutto per penalizzare lo sviluppo agricolo. Prova ne è che la redditività agricola diminuisce solo in due dei 27 Paesi dell'Unione Europea - spiega la Maestri -. E l'Italia fa parte di questo tandem, solo e soltanto, purtroppo, per fattori locali: troppe tasse, troppa burocrazia, mancanza di credito bancario, dittatura della grande distribuzione e assenza di una cabina di regia unitaria".
Punto primo: agire sulla leva fiscale per restituire competitività alle aziende è fondamentale in tutti i settori dell'economia, ma in agricoltura un po' di più. "Qui si è escogitato il pagamento dell'Imu senza avere idea di quale fosse la base imponibile: 2 milioni di fabbricati rurali non erano mai stati censiti e la cosa ha portato ad un extra gettito gravante su fienili, capannoni per il ricovero degli attrezzi e del raccolto, ecc. Veri e propri luoghi di lavoro e di produzione agricola trattati come fossero patrimonio. Se andremo al governo questi soldi in più li restituiremo, introducendo una rimodulazione per gli anni successivi".
Se questa è la prima ferita da sanare, l'agricoltura italiana ha bisogno pure di una visione di lungo periodo. "Le proposte del Pd fanno perno su un piano nazionale che guarda al 2020: promuoveremo un fisco più equo, che differenzi la tassazione del bene terra e dei fabbricati annessi, nonché regimi fiscali adeguati per i primi insediamenti. Così dice il nostro programma".
Patrizia Maestri si sofferma, in particolare, sul problema della elevata frammentazione produttiva dell'agricoltura italiana, fotografata in 8 ettari (medi) a impresa. Situazione che ad oggi sta facendo l'esclusivo interesse della grande distribuzione organizzata, che commercializza il 90% delle nostre produzioni alimentari. "Si fa nuova agricoltura - sostiene la Maestri - sostenendo la filiera corta e realizzando infrastrutture per le forniture, la trasformazione, la logistica e la promozione di un made in Italy straordinario che è sinonimo di qualità: per questo il Pd rifiuta l'impiego di coltivazioni geneticamente modificate".
Pensando ai problemi derivanti dalle calamità naturali, la Maestri suggerisce "il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale, via via depotenziato dal centrodestra. Una grande questione che, insieme a tante altre istanze come la vendita dei prodotti sul mercato con strategie omogenee, dovrebbe essere studiata da un tavolo permanente dedicato all'agricoltura, che tenga dentro le associazioni dei produttori e i vari livelli istituzionali".


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