Carla Mantelli (PD). Una riflessione sul voto.
4 marzo 2013
Pubblicato in: Elezioni Politiche 2013
Molto doloroso commentare l'ennesima delusione elettorale. Il Partito democratico ha fatto enormi sforzi per intercettare la domanda di cambiamento che emergeva dal Paese: ha cambiato lo Statuto per permettere la competizione Bersani - Renzi, ha organizzato in tempi da record le primarie per la scelta dei candidati al Parlamento, nelle Regioni dove governa ha ridotto i costi della politica, ha presentato candidati splendidi come Ambrosoli alla presidenza della Lombardia. Tutto inutile. Ha perso 3 milioni e mezzo di voti rispetto alle ultime politiche. La destra berlusconiana ne ha combinate di tutti i colori: problemi giudiziari a non finire (molto ma molto maggiori di quelli del PD), volgarità inaudite da parte del capo, promesse demagogiche, comportamenti truffaldini. E infatti ha perso 6/7 milioni di voti rispetto alla ultime politiche ma ha anche effettuato una formidabile rimonta rispetto alle ben peggiori previsioni. E Maroni ha vinto contro Ambrosoli!! I voti persi da destra e sinistra sono andati in buona parte al M5S che ha dato voce alla rabbia di tanta gente contro i privilegi dei potenti (in primis dei politici), al desiderio di rinnovamento (forse si dovrebbe dire di epurazione), all'insofferenza nei confronti di sfuggenti soggetti finanziari che dettano legge agli Stati nazionali...Non importa se Grillo non è un campione di democrazia e neanche di trasparenza, se il suo linguaggio è violento e volgare, se insulta pervicacemente gli avversari. Evidentemente per ottenere il consenso elettorale non è tanto importante cosa si fa e cosa si è: è importante ciò che si rappresenta nell'immaginario popolare. Grillo rappresenta il nuovo, la pulizia, l'onestà. Berlusconi rappresenta il baluardo contro il comunismo, la capacità di cavarsela con astuzia dribblando lacci e lacciuoli, Bersani rappresenta il vecchio, la staticità, l'immutabilità dell'apparato. In una parola sia Grillo che Berlusconi riescono a fare sognare, Bersani no. Non importa nulla se tra i tre, Bersani è il più capace, il più corretto, il più trasparente. Il PD deve mantenere la serietà e la credibilità che ha cercato (non senza contraddizioni) di esprimere. Ma deve anche ritrovare la capacità di fare sognare per esempio riappropriandosi di alcuni temi che sono suoi ma che per eccessivo realismo o desiderio di mediazione si è lasciato scippare, a partire dai temi ambientali. Non facciamoci però illusioni: chi sa cosa vuole dire governare (e il PD lo sa) fa fatica a trasmettere sogni. Lo fa più agevolmente chi è all'opposizione oppure chi racconta impunemente bugie.Molti dicono: con Renzi si vinceva perché rappresentava il nuovo ed è probabile che sia vero. Ma le primarie ci sono state e il risultato è stato netto. Vuol dire che la base elettorale del PD non ha creduto nella novità, la riteneva troppo dirompente. Vuol dire che siamo un partito fatto così, non è colpa dei gruppi dirigenti. Conclusione: non possiamo e non vogliamo trasformarci in un soggetto demagogico e populista ma dobbiamo rinnovarci ancora, ascoltare di più, fare proposte più coraggiose. E' una sfida assai ardua. Carla Mantelli
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