Dall'Olio (PD): "Il fallimento annunciato della Spip sancisce, se ce ne fosse ancora bisogno, il fallimento di una stagione politica che rischia di costare caro alla città ancora per molti anni"
7 aprile 2013
Pubblicato in: Gruppo PD Comune PR
È la stagione dei progetti faraonici, della spesa senza controllo, dei debiti fuori bilancio, della malversazione del denaro pubblico, della corruzione e oggi anche della bancarotta. Le responsabilità penali di questo disastro spacciato per nuovo modo di vivere saranno accertate dalla magistratura, ma questo purtroppo non cambia nulla per i destini della città. Il fallimento della Spip sancisce però anche l'isolamento e la debolezza politica dell'attuale amministrazione e l'inadeguatezza della strategia adottata per affrontare la pesantissima eredità che si è trovata a dover gestire. Si è voluto procedere per comparti separati, affrontando i debiti delle partecipate una alla volta senza ricercare un accordo di sistema, un maxi concordato che desse tempo, risorse e respiro all'azione del Comune. Il rigetto del piano concordatario di SPIP rischia ora di innescare un effetto domino dagli esiti non controllabili.L'assessore Capelli sostiene che non ci dovrebbero essere rischi di contagio sulle altre partecipate né tantomeno ripercussioni sulle casse comunali. Noi lo speriamo vivamente per il bene della città, ma è la prima volta che si registra il fallimento di una società a totale partecipazione pubblica. Un evento senza precedenti che mette in crisi un principio fino ad ora mai messo in discussione che stava alla base dell'erogazione del credito: la garanzia della copertura di ultima istanza da parte del pubblico. Se questa garanzia viene meno, se questo principio di fiducia si incrina, c'è il rischio concreto che per le altre partecipate diventi oltre modo difficile ottenere i prestiti indispensabili per la loro sopravvivenza, come già successo con il bando da 20 milioni di Parma Infrastrutture andato deserto. Il pericolo reale, più che l'incremento degli interessi per i debiti in essere, è quello di una stretta creditizia che potrebbe mandare a gambe all'aria l'intero sistema delle partecipate a cominciare da STT. Arrivati a questo punto di non ritorno l'unica strada, lo ribadiamo, è quella di attivare una sorta di tavolo di crisi che veda coinvolte tutte le forze economiche e sociali, dove ricercare, con il sostegno del governo e della Regione, un accordo con gli istituti di credito per l'intero gruppo Parma. Intestardirsi nel proprio isolamento su una strada rivelatasi inconcludente non potrà che rendere il conto per la città ancora più salato.
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