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Maestri (PD): "Il mio voto a Napolitano"

22 aprile 2013

Pubblicato in: Articolo P. Maestri

Ho detto no a Franco Marini per non arrestare la richiesta di cambiamento, ho coltivato il grande sogno di Romano Prodi presidente della Repubblica e ho fatto parte, dopo la vergogna dei 101 traditori, di chi ha cercato di rendere concreta l'opzione Rodotà.
Oggi, di fronte al rischio di nuovi ed estenuanti giochini sulla pelle del Paese, ho scelto di votare la riconferma di Giorgio Napolitano, cui va il mio grazie per essersi reso disponibile a risolvere una crisi come mai aveva visto la Repubblica.
Ho apprezzato Napolitano come presidente nel settennato precedente, e so che sarà garanzia contro ogni tentativo di deriva antidemocratica che si presenterà, da qualsiasi parte provenga.
Ma non posso dire che oggi abbiamo il presidente di cambiamento che tutti ci aspettavamo con Prodi, solo venerdì scorso. Abbiamo eletto un presidente che dovrà gestire la fase acuta della crisi economica e politica, senza il respiro di un intero mandato. Un limite, credo, cui fa contrappeso, però, la straordinaria forza di Napolitano di mettere a fuoco la strada per risolvere le emergenze nazionali. In tempi rapidi partirà un governo di scopo, cui Napolitano affiderà riforme radicali, specie in materia di lavoro. Con una precisazione doverosa: se il nuovo Governo andrà contro il programma e i nostri principi, la fiducia sarà messa in discussione.
Ora, tanto si parla di Rodotà, ma occorre estrema chiarezza: Grillo lo ha usato come grimaldello per montare la polemica tra i nostri elettori, ma non ha mai voluto realmente condividere questa candidatura. Lo abbiamo visto ieri: non c'erano i numeri per una convergenza massiccia del Pd su questa figura, men che meno dopo le urla di Grillo in piazza a Udine, poche ore dopo la caduta di Prodi. Poi, stamane, il placet autorevole di Matteo Renzi all'ipotesi di un Napolitano bis ha chiuso la partita.
Un'ultima cosa: la carica dei 101 indegni che hanno fermato la candidatura di Prodi ha senza dubbio aperto un'autostrada al Movimento 5 Stelle, ma è agghiacciante il modo col quale Grillo ha usato la parola Golpe, annunciando una nuova marcia su Roma. Per cosa? Per contestare un risultato sgradito, ma buonissimo per la propaganda. Perché questo Grillo ha fatto nei tre giorni "presidenziali": propaganda. Spero che Rodotà se ne sia reso conto.



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