Patrizia Maestri (PD). Ripartire dal Primo Maggio.
30 aprile 2013
Pubblicato in: Articolo P. Maestri
Considerando come la crisi ci ha messo in ginocchio, a maggior ragione dobbiamo unirci in questo 1° maggio. Se c'è qualcosa che ci insegna la storia sociale prima ancora che economica del nostro Paese, è che di fronte alle grandi emergenze abbiamo sempre saputo elaborare una strategia, che per definizione è una risposta collettiva. Questo siamo chiamati a fare anche oggi, di fronte a numeri che sono la dimostrazione non solo di un periodo lungo di recessione ma anche di un sistema che non regge più e che ha bisogno di un radicale cambiamento. Su questo concordo con il premier Enrico Letta: la Terza Repubblica, così come è stata ribattezzata, non deve essere solo l'occasione di un ritorno (per quanto forzato dalle circostanze) al dialogo tra partiti differenti, ma la prima pietra posata di un sistema Paese più robusto, capace di affrontare le emergenze non con dei ripieghi ma con soluzioni strutturali. Credo che sia nell'interesse di tutti ricostruire buone condizioni di vita di chi lavora e di chi, facendo impresa sana, genera sviluppo e occupazione. La riduzione del carico fiscale - a cominciare dall'Imu, dalla Tares e dall'Iva - vorrei fosse la prima risposta di un pacchetto di misure più vasto, non solo il campo di battaglia per l'ennesima propaganda. Misure per costruire una nuova politica industriale ancorata al rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga - entrato, finalmente, nell'agenda di Governo -; a un meccanismo premiale per chi assume a tempo indeterminato, tanto i giovani che chi è stato espulso dal mercato del lavoro; alla riduzione del costo del lavoro, accorciando la differenza tra quanto pagano le imprese e quanto finisce realmente nelle buste paga; ad una revisione più sostenibile della riforma delle pensioni. E' su questo terreno che siamo e saremo chiamati ad essere fondatori di un Paese più equo, nel quale la festa del 1° maggio possa tornare ad essere occasione di speranza per chi, oggi, guarda senza aspettative al futuro.
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