Nell’intervento durante l’assemblea che domenica scorsa ha concluso il congresso provinciale del Pd, ho citato una frase di Saint-Exupéry che credo riassuma efficacemente e, cosa che non guasta, poeticamente la sfida che sta di fronte al Partito Democratico, chiamato a scegliere il proprio segretario nazionale. Attenzione, il proprio segretario nazionale e non il candidato premier, passaggio che, quando sarà il momento, richiederà altre primarie, allargate a tutta la coalizione, e altre valutazioni.
Ecco dunque la frase: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito”.
Per me il criterio è questo: chi tra i candidati può “costruire” meglio il Pd sapendo indicare prospettive di mare aperto? Prospettive che portino il Partito Democratico fuori dalle secche di un proposta politica troppe volte poco chiara e coraggiosa. Fuori dalle secche di un governo che, nonostante il senso di responsabilità del Pd e le qualità di Enrico Letta, tende a fare della mediazione il contenuto anziché lo strumento della politica, esponendosi così alla conservazione. Fuori dalle secche di un partito troppo preso a “raccogliere il legno” delle proprie questioni interne e a “radunare equipaggi” preoccupandosi più della loro fedeltà che della capacità di indicare rotte nuove.
Una nave serve non per se stessa, ma per il mare. Così il Partito Democratico, di fronte alle sfide che il mondo e l’Europa pongono all’Italia, davanti ai bisogni e alle speranze che gli italiani affidano, con sempre più disincanto, alla politica. C’è bisogno di interpretare il cambiamento e guidarlo. C’è bisogno per il Pd di una svolta culturale, premessa di ogni svolta politica.
In questo congresso vedo il rischio di cambiamento senza contenuti o di contenuti senza cambiamento. Per questo scelgo sia il cambiamento che i contenuti: per la decisiva navigazione che attende il Partito Democratico mi affido a Pippo Civati.
Giuseppe Bizzi
Consigliere comunale Pd