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Comune di Parma, qual è l'ente inutile del nostro territorio?

5 febbraio 2014

Pubblicato in: Gruppo PD Comune PR

Mentre il sindaco va a salutare le ultracentenarie e a spiegare nelle scuole che bisogna rispettare le istituzioni, l’amministrazione della città di Parma appare inchiodata e abbandonata a sé stessa. Nei primi 40 giorni dell'anno i 5 stelle hanno indetto un solo consiglio comunale. La giunta, l'organo esecutivo della maggioranza, ha prodotto 26 delibere, di cui 17 sono mandati legali, una è relativa al premio Sant’Ilario e tre sono atti interni. Ci sono solo 5 delibere di reale indirizzo politico. Non un solo atto prodotto da parte degli assessorati alla cultura, al commercio, allo sport, ai servizi educativi. Senza andare tanto lontano, nello stesso periodo la Provincia di Parma ha approvato 35 delibere di giunta, di cui solo 4 per mandati legali. Viene spontaneo chiedersi quale sia - oggi - l'ente inutile del nostro territorio.

Il Comune di Parma è nell’immobilismo più totale con una guida politica inesistente che non si cura di affrontare e di dare risposta ai tanti problemi ed esigenze che crescono nella città. Il polo socio-sanitario Lubiana-San Lazzaro, la Racagni, la scuola Europea, il bilancio delle società partecipate, la Stu Pasubio, il degrado urbano, il tema molto sentito dalle imprese, delle semplificazioni amministrative. E la lista potrebbe continuare. 

Proprio sulla Stu Pasubio il Pd di Parma vorrebbe che il Comune recuperasse un ruolo attivo e dicesse come intende procedere. Il progetto di riqualificazione urbana è ormai fermo da anni. Nel 2012 il Comune, dando seguito ad impregni presi dal commissario Ciclosi, ha provveduto alla vendita della quota di maggioranza della società. Nell'accordo di vendita era previsto che entro il luglio 2013 venisse approvata dal Consiglio Comunale una avariante urbanistica a pena della perdita di 3.8 milioni di euro di corrispettivo sotto forma di Edilizia Residenziale Sociale. Siamo a gennaio 2014 e della variante non c'è traccia. Il Comune ha prorogato due volte con atti di giunta di dubbia legittimità la scadenza prevista dal contratto e non si sa se quei 3,8 milioni, per altro una restituzione di un contributo già versato, potranno mai essere incassati.

Come di incanto, dopo mesi di silenzio, ecco però spuntare il giorno stesso della conferenza stampa del gruppo consiliare PD un ordine del giorno del consigliere Furfaro, presidente della Commissione urbanistica, che propone di modificare i contenuti della variante prospettando la realizzazione di nuove strutture alberghiere e commerciali. In pratica le stesse ricette del passato che si sono già rivelate fallimentari. Per il gruppo consiliare PD l'area della STU Pasubio ha bisogno di un'idea nuova e forte, che sappia indurre un processo di rivitalizazzione e rigenerazione del quartiere. Il quartiere ha un'identità storica-architettonica e una vocazione produttiva. Ancora adesso è sede di una delle più importanti aziende di Parma, la Chiesi farmaceutici. Ed è partendo da questa vocazione, oltre che da una collocazione strategica dal punto di vista dei trasporti e degli accessi (stazione, autostrada), che bisogna pensare ad un progetto di rilancio fondato sull'insediamento di incubatori di azienda, di start up, di piccole imprese del digitale e dell'innovazione e di tutti i servizi che vi ruotano attorno, compresi luoghi ricreativi, di incontro, di esposizione, di produzione culturale. Preservando le tipologie edilizie esistenti, spesso vere e proprie testimonianze di archeologia industriale, e mantenendo l'uso pubblico del padiglione ex CSAC (noto come padiglione Nervi) per il quale la Regione ha già versato un contributo di 2 milioni di euro. E prendendo spunto dall'esperienza del tecnopolo di Reggio Emilia realizzato nelle ex-officine Reggiane a due passi dal centro internazionale Malaguzzi dedicato allo studio e all'innovazione dei sistemi educativi per l'infanzia.

In questo nuovo ecosistema urbano in cui concentrare le funzioni dell'innovazione, un ruolo centrale, di attrattore e motore di sviluppo, dovrebbe avere il nuovo tecnopolo di Parma per il trasferimento dell'innovazione tecnologica nel settore dell'agroalimentare, struttura per cui sono previsti 12 milioni di euro di contributo da parte della Regione. L'Università ha già approvato un progetto esecutivo che prevede la sua realizzazione all'interno del Campus. Il gruppo consiliare PD propone che venga aperto un tavolo di confronto istituzionale fra la stessa Università, il Comune, la Regione, per verificare se ci sono le condizioni per ricollocare il tecnopolo all'interno o in prossimità del quartiere. Dando così al tecnopolo anche una funzione di riqualificazione urbana e di riattivazione del tessuto sociale in un'area nel cuore della città oggi semi-abbandonata e con crescenti problemi di sicurezza. Queste sono le cose che dovrebbe fare un'amministrazione comunale che abbia a cuore le sorti della città e guardi al futuro. Invece di passare il tempo a polemizzare su facebook e a dispensare sorrisi ad uso fotografico, Pizzarotti si dovrebbe preoccupare di fare lavorare la sua Giunta, sviluppare progetti e trovare risposte operative. Le istituzioni si rispettano facendole funzionare. Il resto sono solo chiacchiere.



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