L'augurio è il Primo Maggio di quest'anno segni una nuova stagione, che riattualizzi e ridia piena effettività all'art. 1 della Costituzione (L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro) e all'art. 36 della Costituzione (principio della adeguatezza e sufficienza della retribuzione).
Questo orizzonte richiede sicuramente un ripensamento radicale della disciplina del lavoro, non solo per garantirne la attrattività per gli investimenti ma anche per riequilibrarli dal punto di vista della tutela della dignità personale e dei diritti dei lavoratori. Abbiamo attraversato una stagione che, sotto questo punto di vista, in nome delle esigenze di bilancio, ci ha portato ad un evidente regresso, particolarmente marcato sul piano dei livelli retributivi. Ora è necessario recuperare, non in una logica di antagonismo, ma in una ottica sinergica. La politica del precariato spinto, del salario inadeguato ha dato effetti negativi tanto sul piano del sistema economico, tanto su quello sociale.
Uscire dagli egoismi di parte e ritrovare la capacità di costruire un sistema non degli opposti interessi, ma del bilanciamento degli stessi non può che rilanciare l'Italia nel suo complesso; un'Italia che ha bisogno di ripartire sia sotto il profilo del ciclo economico sia, soprattutto, sul piano della motivazione individuale e collettiva, il che non si realizza nella conflittualità e negli egoismi ma nella ricerca delle condizioni di vero contemperamento delle opposte esigenze.