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Pizzarotti non si arrampichi sugli specchi e ammetta sue responsabilità. Cronistoria dell'allerta alluvione

30 ottobre 2014

Pubblicato in: Gruppo PD Comune PR

Sulla questione della mancata allerta alluvione, Pizzarotti ha già cambiato versione svariate volte, smentendo e contraddicendo sé stesso perfino nella stessa giornata: l’allerta non è arrivata, l’allerta è arrivata ma in ritardo, l’allerta c’era ma non serve a niente perché ce ne sono troppe, è un problema di catena di comando, è un problema di comunicazione, non si possono usare i fax, etc. Giravolte, contraddizioni, reticenze, difese tipiche di chi si arrampica sugli specchi perché è stato colto in castagna e non vuole ammetterlo.
 
E’ infatti evidente a tutti che Pizzarotti ha scoperto dell’esistenza della protezione civile, e delle responsabilità e competenze che gli spettano in quanto sindaco, il giorno dopo l’alluvione. Ora per nascondere le proprie negligenze alza un gran polverone attaccando come al solito l’opposizione e spingendosi perfino a mettere in discussione il sistema di allerta della protezione civile, lui che fino a ieri manco sapeva cosa fosse e come funzionasse.
 
E così vende la storiella che di allerte ne arrivano troppe per potervi fare affidamento cercando di fare credere, a chi ancora lo ascolta, che le allerte della protezione civile sono tutte uguali e valgono sempre per tutti i territori. La realtà è ben diversa e Pizzarotti, o continua a ignorarla, o è in malafede.
 
La prima allerta dell’Agenzia regionale della Protezione Civile (la n. 144 resa nota dal Corriere) viene diramata sabato 11 e riguarda l’attivazione della “fase di attenzione” in previsione di temporali intensi sui principali bacini idrografici dell’appennino emiliano dalla serata di domenica a tutto il giorno di lunedì 13. Questo tipo di allerte sono rivolte alle strutture tecniche ed operative che devono attivarsi, secondo precisi protocolli, per essere pronte ad affrontare eventuali emergenze in occasione dell’evento previsto.
 
Lo stesso sabato, la Prefettura di Parma gira l’allerta, via posta elettronica certificata (PEC), ai Comuni della provincia chiedendo che sia prestata particolare attenzione. Il Comune di Parma protocolla in entrata la PEC della Prefettura solo lunedì 13 quando l’evento di cui si dava avviso era già in corso.
 
Sempre lunedì alle ore 12.00 la Protezione Civile dirama una nuova allerta (la n.146) che aggiorna quella di sabato, segnalando, oltre all’evento temporali, la criticità idraulica e idrogeologica. Alle ore 14.00, in seguito ai dati idrometeo raccolti ed elaborati dal centro funzionale di ARPA, la Protezione Civile dirama un nuovo avviso, il n.147, molto più circostanziato e urgente. Questa volta si tratta di un “pre-allarme” per “evento di piena” sui bacini del Torrente Parma e Baganza che viene indirizzato espressamente ai sindaci dei Comuni interessati affinché attivino le azioni previste dai piani di emergenza e “ogni possibile azione per il monitoraggio della situazione in atto e per preparare eventuali interventi urgenti”.
 
Pizzarotti solo a giorni di distanza, rispondendo a un nostro comunicato, dichiarerà che il Comune riceve il pre-allarme alle 14.57. Sta di fatto che tra le 14.57 e le 16.30, quando arriva il vero e proprio allarme e il Baganza sta ormai esondando, non viene attivato il piano comunale di emergenza, per il semplice motivo che non c’è, e non vengono prese misure precauzionali e di allerta della popolazione nell’area a rischio di esondazione (già nota e cartografata), come invece si fece nel 2000. Misure che potevano e dovevano essere prese già prima del pre-allarme sulla base delle notizie che arrivavano da Calestano e Marzolara a partire dalle 13.00.
 
Per puro caso e per fortuna tra le 15.00 e le 15.30 alcuni volontari della protezione civile e dipendenti del servizio idroclima di ARPA provenienti proprio dalla Val Baganza, vedendo la situazione già molto critica, si assumono la responsabilità, senza che il Comune si sia ancora attivato in tal senso, di chiudere il Ponte Nuovo e di deviare il traffico di Via Po e Via Baganza. E’ solo grazie all’intervento coraggioso e pronto di queste persone che si sono evitati danni e rischi ben più gravi per le persone. Il Sindaco rimane nel frattempo in altre faccende e affaccendato e si sveglia solo alle 18.45 con un tweet in cui invita “a non andare in Via Po e in Via Baganza perché il fiume ha straripato e i ponti sono in chiusura”. Meno male che ci aveva già pensato qualcun altro al posto suo. 
 
Nicola Dall'Olio


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