Le indagini sulle infiltrazioni mafiose di questi giorni, in appalti pubblici di lavori e forniture, pongono in tutta evidenza la necessità di riformare il sistema degli affidamenti nelle opere pubbliche, ora affidato al meccanismo del cosiddetto massimo ribasso, in pratica aggiudicazione all’impresa con l’offerta più bassa, spesso favorendo chi opera in violazione delle leggi vigenti, sfruttando così oneri inferiori e riciclaggio di denaro.
Intervenire sui lavori pubblici è l’evidente priorità per garantire legalità.
Analogamente il sistema dell’offerta “economicamente più vantaggiosa”, introdotto per valutare non solo il fattore ribasso sul prezzo a base d’asta, si è in molti casi tradotto in aggiudicazioni del tutto discrezionali e non contestabili sul merito progettuale.
Il terzo elemento di distorsione gli affidamenti sotto soglia per importi minori, di fatto diretti e senza particolari procedure.
Tutto questo a discapito delle stazioni appaltanti comunali, che subiscono le norme vigenti senza poter di fatto opporsi ad offerte palesemente prive di garanzie e spesso effetto di contenziosi a discapito della qualità dell’esecuzione dei lavori.
Per affrontare il problema, nel programma di mandato della Giunta Regionale Bonaccini sono contenute proposte molto chiare in termini di contrasto alla legalità, abolizione del massimo ribasso, osservatorio regionale sugli appalti con associazioni e organismi sindacali, estensione dello strumento della “white list” applicato nelle opere post-terremoto per la verifica della imprese coinvolte in opere pubbliche, rapida costituzione delle S.U.A. stazioni uniche appaltanti fra più comuni ed enti per superare la frammentazione che va a scapito della prevenzione anticorruttiva.
Va cancellata la discrezionalità nelle commissioni di aggiudicazione, ponendo il prezzo di gara come un punto fermo per garantire la qualità dell’esecuzione, introducendo meccanismi di ‘medie mediate’ tagliando i ribassi eccessivi, in eccesso e difetto, sino ad ipotizzare sorteggi in presenza di ridotto numero di offerte.
Vanno inoltre escluse valutazioni discrezionali di merito su progetto o migliorie in grado di decidere le gare.
Analogamente il sistema delle Varianti in corso d’opera e ulteriori affidamenti dei ribassi per opere aggiuntive devono essere evitati.
L’ammissione delle imprese alle gare per l’affidamento di opere pubbliche deve basarsi sul possesso di requisiti di qualità, di rigorosa applicazione delle norme sul lavoro e procedure antimafia accertabili.
E’ evidente come le autocertificazioni antimafia attuali rappresentino solo un inutile ed inefficacie peso burocratico.
La qualità di esecuzione deve essere l’obiettivo, non una gara al risparmio piena di rischi di illegalità e di pessime costruzioni, implicando al contrario livelli di progettazione a qualità certificata.
Nell’operato della Regione quindi, per quanto di competenza, priorità e massimo impegno al tema legalità e nuove norme su lavori e forniture per le pubbliche amministrazioni.