L'illustre Avvocato dello Stato membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Regio si dimette. “Morto un Papa se ne fa un altro”? Se vogliamo continuare a fare ridere (per non piangere) possiamo anche cercare di chiuderla con una battuta scontata, quanto tragicamente superficiale. Lo stile del Consigliere dimissionario non riesce a cancellare la portata del gesto. Le notizie e le dichiarazioni riportate dalla stampa sono la prova di forti e significative divergenze.
Il rinnovo del contratto del direttore di produzione? L'attuale persona incaricata è in pensione: il Sindaco ha proposto di rinnovare il contratto nonostante il divieto dell'art. 6 D.L. 90/2014 e dell'art. 7 dell'accordo aziendale appena siglato? Ormai, un'illegalità in più o una in meno, che differenza fa?
E ancora, dice, l'illustre Avvocato, "alcune questioni": i lavori non eseguiti all'interno del Teatro Regio? Il vuoto assoluto di iniziative concrete per il Festival Verdi 2015? La totale improvvisazione, per non dire dilettantismo, che caratterizza l'odierna gestione? Difficile pensare che si tratti d'altro!
Ebbene, il factotum del Sindaco (vedi lettera 9.1.2015) amministratore unico di Aterconsorzio rimane in carica nonostante tutto questo? E il nuovo Direttore generale che iniziative intende prendere con la consulenza del Presidente del Teatro Sociale di Como? È vero che quest'ultima percepirà € 40.000?
L'evidenza è un'altra: il castello di sabbia si sta sgretolando sotto il peso, insostenibile, del disegno, politicamente corruttivo, che ho sempre denunciato. Spero non si vogliano lasciare solo polvere e cenere. Per questa strada, infatti, non solo si regala a Teatro Regio e Festival Verdi una parentesi negativa, ma si rischia che tutto debba essere ricostruito dalle fondamenta.
È evidente ormai che il Festival 2015 non potrà che essere rabberciato e il Regio diventare teatro di servizio di interessi extracittadini. Davvero il Sindaco vuole portare la responsabilità e aggiungere al danno la beffa? Forse non si rende conto che sta scherzando, troppo, con il fuoco. E sta scherzando troppo perché, come già detto, sta distruggendo l'identità di Parma, dai servizi alla persona a quelli educativi, al teatro, all'immagine stessa della città. Parma, anche guardando le strade, è sempre più abbandonata a sé stessa.