Proporre, come è stato fatto nell’assemblea provinciale dei sindaci, di salvare l'aeroporto di Parma con una colletta tra Comuni per generiche attività di promozione turistica o con inserzioni di vendita sui giornali esteri è semplicemente ridicolo e dà un'idea del dilettantismo di chi sta alla guida della città.
L'aeroporto di Parma si salva solo se, insieme alle istituzioni, ci credono ed investono anche gli imprenditori del territorio dando continuità a quanto già fatto negli ultimi anni. Gli enti locali, al di là della penuria di risorse e delle altre priorità a cui devono fare fronte, a cominciare dai servizi essenziali del sociale, non possono per legge investire in società partecipate in perdita da più esercizi.
Va poi sottolineato che il pubblico sta già investendo ingenti risorse nel funzionamento del nostro scalo. Con l'inserimento nel piano degli aeroporti di interesse nazionale, lo Stato garantisce i servizi di sicurezza, attraverso vigili del fuoco e polizia, di dogana e di controllo dei voli. Servizi che costano all’anno più di dieci milioni di euro e che verrebbero persi nel caso l’aeroporto venisse chiuso.
E' quindi solo l'imprenditoria privata, affiancata eventualmente dalla Camera di Commercio che, nel breve, può mettere la liquidità per assicurare la continuità aziendale della SOGEAP sulla base di un piano industriale solido e credibile che dia garanzie di raggiungere il pareggio di gestione nel giro di alcuni anni. Questo consentirebbe di salvaguardare i servizi aeroportuali forniti dallo Stato e di ricercare nel frattempo potenziali investitori esterni interessati ad utilizzare l'aeroporto come piattaforma logistica per sviluppare le proprie attività. Senza trascurare anche la strada di possibili integrazioni o fusioni all’interno di altre società aeroportuali come quelle di Bologna e Milano.
Gli enti locali, di fatto il solo Comune di Parma, visto che la Provincia è destinata a scomparire, può e deve intervenire in sinergia su altri fronti: garantendo tutti i servizi accessori a cominciare dall’accessibilità e dal trasporto pubblico; riducendo se non azzerando le imposte municipali che gravano sull’aeroporto, dall’IMU agli spazi pubblicitari; destinando il gettito comunale della tassa sui passeggeri e una parte consistente della tassa di soggiorno ad interventi di promozione turistica mirati sugli aeroporti e le città di destinazione dei voli (Londra, non Kagawa) da sviluppare insieme alla Camera di Commercio e alle associazioni dei commercianti; assicurando il necessario sostegno e raccordo istituzionale anche in vista di possibili convergenze con altre realtà aeroportuali.
Tutto il resto, dalle collette alle inserzioni, sono boutades imbarazzanti che possono solo contribuire a fare perdere credibilità al nostro territorio. Non certo a salvare l'aeroporto.
Nicola Dall'Olio
Capogruppo PD Comune di Parma