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Antonio Liaci: «Io sto con Franceschini»

5 agosto 2009


Antonio Liaci: «Io sto con Franceschini»

I motivi della scelta? «Lui e Fassino rappresentano la migliore garanzia per uno schieramento pluralista» .



di Gabriele Franzini


Mentre l'estabilisment del Pd nostrano si schiera con Pier Luigi Bersani, a congresso nazionale lui appoggia Dario Franceschini . Il dalemiano di ferro Antonio Liaci, che ama definirsi orgogliosamente «l'ultimo
mo segretario parmense dei Ds » questa volta andrà controcorrente Nonostante condivida con il "lider Massimo", che ha già benedetto la corsa del piacentino alla guida del
Partito democratico, pure i baffi e il sorriso sornione, Liaci questa volta non seguirà le sue orme, così come non ascolterà le indicazioni del suo segretario Barbara Lori che insieme al presidente delle Provincia Vincenzo Bernazzoli è scesa in campo a fianco dell'e ministro . E proprio alla Lori no i risparmia qualche stoccata sulle gestione del Pd, uscito con le ossa  rotte dalle elezioni comunali, soprattutto
 in quel di Fidenza . Liaci, un dalemiano come l e dalla parte di Franceschini? E un po' come mescolare il diavolo con l'acqua santa. . . «Beh, semmai sono uno degli
ultimi segretari Ds, quelli di Fassino. E lui è con Dario . Adesso per questo congresso, la penso così . Nella mozione Franceschini poi, oltre ai militanti provenienti
dai Ds e dalla Margherita, ci sono molte persone che non hanno un'appartenenza partitica . E tra 20 candidati alle segreterie regionali che proponiamo, 16 vengono dall'esperienza dei Democratici di
sinistra. Gente di grande spessore politico, come l'ex ministro Cesare Damiano, Debora Serracchiani -e Sergio Cofferati . Alla segreteria emiliano-romagnola sosteniamo i n particolare la senatrice Mariangela Bastico, ex assessore regionale e sottosegretario all'Istruzione del Governo Prodi. Persona competente e coerente con l'identità del Pd e il progetto che abbiamo in mente» .
E cioè? «Un Partito democratico pluralista,che riesca a tenere insieme culture riformiste diverse. Credo che l'obiettivo più importante d i questo congresso, dopo i risultati delle europee dove abbiamo perso 300mila voti (solo nell'Emilia Romagna) rispetto alle politiche del 2008, debba essere quello d i costruire un Pd che serva all'Italia , non alla sua classe dirigente, e ch e sappia dare una risposta alla crisi
economica e sociale, destinata purtroppo ad aggravarsi . Per questo abbiamo bisogno di un congresso vero, profondo, senza reticenze , paure o posizioni preconcette . Tutti i candidati alla segreteria sono personaggi di grandissimo spessore e su certi temi hanno le stesse posizioni . Ma ci sono anche delle specificità e delle distinzioni . I congressi passano e i partiti restano, ma resta anche un'Italia con dei problemi da risolvere e c'è bisogno di uno spirito estremamente costruttivo e unitario . Gli elettori si aspettano questo da noi e abbiamo il dovere di discutere per scegliere la strada migliore da percorrere per uscire dalla crisi . Una sfida di fronte alla quale l'attuale Governo appare inadeguato . Dovremo essere in grado di dare risposte ai problemi che riguardano la vita di tutti i giorni . Su questo tutti i candidati sono d'accordo» . Ma allora dove sta la differenza  tra i sostenitori di Bersani , Franceschini e Marino ? «La differenza sta nel fatto ch e il nostro candidato può essere u n
segretario coerente con questa ide a di partito ed è la migliore garanzia per un'identità pluralista. Siamo ancora al punto in cui dobbiamo fondere storie diverse e il tandem Franceschini-Fassino garantisce pi ù
di tutti gli altri questo risultato . Il nostro futuro è lì . Chiaramente non dovrà essere una leadership con un uomo solo al comando, ma attorno a lui dovranno esserci le nostre personalità migliori e tra queste anche Bersani . E un'altra differenza tra la nostra mozione e le altre sta nel rapporto con gli elettori, che per noi è essenziale». E qui si inserisce la questione primarie. Bernazzoli, in un'intervista rilasciata a Polis Quotidiano qualche settimana fa, ha detto di non essere sempre favorevole a questo tipo di consultazioni . E' qui che sta la differenza più marcata ?«Non voglio scendere in polemica con nessuno, ma noi pensiamo che le primarie vadano fatte sempre e comunque per scegliere i candidati alla carica di sindaco e alla presidenza delle Province, così come alla segreteria nazionale o a quelle regionali. Crediamo che il Pd non possa tornare indietro su questa strada, perché serve un legame forte con gli elettori, non soltanto con gli iscritti . Molti pensano che siano sufficienti i comitati elettorali, ma non è così . I comitati ci stanno, ma è un partito intero che non può stare dentro di loro» . Dopo il congresso nazionale e quelli regionali, ci sarà quello provinciale che dovrà eleggere i l
nuovo segretario. Alla luce degli ultimi risultati elettorali nel parmense, come giudica l'operato di Barbara Lori? «Nei comuni parmensi ci sono state non poche difficoltà nella direzione politica del partito, come hanno sottolineato le profonde fratture interne culminate con la perdita del Comune di Fidenza, ma anche di Fornovo, Torrile e Tizzano. Difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti e che ci hanno portato alla sconfitta dove potevamo vincere . Credo che se tutte queste situazioni fossero state affrontate per tempo con l a politica, ma anche con le primarie e i regolamenti, che vanno rispettati , avremmo potuto raggiungere risultati migliori . Avendo già anticipato che non si candiderà più alla guida del partito, e avendo già scelto legittimamente la mozione con cu i stare, mi auguro che la Lori vorrà chiudere in bellezza il suo mandato facendosi garante di tutte le mozioni in campo». Liaci non va oltre. Ma è già sufficiente.



(Polis Quotidiano, 04.08.2009)


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