Onorare la memoria delle Foibe e dell'Esodo Giuliano-Dalmata, ma nessuna medaglia alla memoria per fascisti e repubblichini. E' questo lo spirito della interrogazione depositata nella giornata di oggi al Senato della Repubblica dal parlamentare del Partito Democratico Giorgio Pagliari.
L'azione di Pagliari fa seguito alle polemiche nate dalla decisione di consegnare, in occasione della Giornata del Ricordo, una medaglia alla memoria ai discendenti di Paride Mori, bersagliere originario di Traversetolo (Parma) e milite della Repubblica Sociale Italiana caduto nel corso di combattimenti contro i partigiani jugoslavi il 18 febbraio 1944 a Modreuzza, nell'attuale Slovenia. “Paride Mori faceva parte del I° battaglione bersaglieri volontari Benito Mussolini, formatosi a Verona, per iniziativa di Vittorio Facchini, nella seconda decade del settembre 1943, prima ancora della nascita della Repubblica Sociale Italiana – ricorda nel documento il Senatore Pagliari - Mori aderì alla Repubblica Sociale in modo consapevole, avendo già quarant’anni e in qualità di ufficiale dell’Esercito. Non a caso è menzionato tra i caduti RSI nei siti web revisionisti e di estrema destra, e la lettura degli eventi storici che hanno portato alla morte di Paride Mori parrebbe far ricondurre la stessa ad un evento bellico che ha visto coinvolti repubblicani fascisti e partigiani senza quindi alcuna connessione diretta con gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia occorsi durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra”.
A tutti gli effetti, dunque, un avvenimento non collegato con quelli celebrati nella Giornata del Ricordo. Per questo Pagliari chiede al Presidente del Consiglio di intervenire affinché possa essere revocato il riconoscimento concesso in quanto “in alcun modo compatibile con agli avvenimenti che legge si impegna a commemorare”, e anche di rendere pubblico l'elenco delle persone cui sono stati concessi riconoscimenti al fine di compiere ulteriori verifiche ed evitare che lo stesso possa essere stato erroneamente conferito “a fascisti e militari della RSI che nulla avevano a che fare con gli eccidi perpetrati nelle foibe”.