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Servizi educativi: il tradimento elettorale dei Pizzarottiani. Grillo non ha niente da dire?

20 maggio 2015

Pubblicato in: PD Parma Città

Pizzarotti lancia sui social la pedonalizzazione del centro, ma lo fa come arma di distrazione di massa, per distogliere l’attenzione sui tagli e le esternalizzazioni nei nidi e nelle scuole d’infanzia decisi dalla sua amministrazione. E’ passata una settimana dal Consiglio comunale in cui la maggioranza 5 stelle ha approvato il bando di ParmaInfanzia e sancito la riorganizzazione dei servizi educativi. Ma quella seduta ha anche sancito, una volta per tutte, la fine di una promessa di cambiamento e di quello che doveva essere un nuovo modo di fare politica.

I consiglieri di maggioranza, tenuti in pugno da un Sindaco privo di qualsiasi ideale o indirizzo politico che non sia l’opportunismo di potere del momento, hanno avallato scelte in perfetta continuità con le precedenti amministrazioni rimangiandosi non solo il programma elettorale, ma quegli stessi principi che hanno animato ed erano alla base del loro (ex) MoVimento: la partecipazione e la trasparenza nelle decisioni, la democrazia diretta, il vincolo di mandato con gli elettori, il primato e l’autonomia del pubblico nella programmazione e gestione dei pubblici servizi. 

Difficile pensare qualcosa di più contrario all’anima dei  5 stelle di quanto votato martedì. Con un solo voto i consiglieri Pizzarottiani, perché altro non possono definirsi ammesso che voglia dire qualcosa, hanno impedito una consultazione referendaria promossa dai cittadini (la prima nell’era senza quorum) e consentito che i tagli e la riorganizzazione sui servizi educativi venisse elaborata e decisa non dal Comune, come dovrebbe essere, ma dal privato che fornisce buona parte di quegli stessi servizi, a tutto vantaggio di quest’ultimo. Proprio quello che Grillo ha sempre denunciato nei suoi attacchi contro la corruzione del sistema dei partiti. 

Evidentemente il megafono del Movimento è un po’ distratto e non guarda più a quanto avviene a Parma perché come minimo dovrebbe pretendere una consultazione on-line se non un referendum senza quorum sull’amministrazione, tale è il tradimento del mandato. Non erano gli eletti dei portavoce-dipendenti tenuti a firmare le dimissioni in bianco con i loro elettori? Oppure era una battuta anche quella? 

Nicola Dall'Olio

Capogruppo PD Consiglio comunale di Parma



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