E’ stato un lavoro di negoziazione con il Governo, di concertazione nella XIII Commissione della Camera e condotto in collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura dell’Emilia Romagna quello che ha permesso all’on. Giuseppe Romanini di far “assorbire” dal relatore Luca Sani l’idea proposta con i suoi emendamenti sulle OI, le Organizzazioni Interprofessionali.
L’allarme era stato lanciato nelle scorse settimane dalle realtà esistenti e consolidate in particolare nel nord Italia e fra queste l’OI del Pomodoro da Industria che ha sede a Parma. In discussione la scelta contenuta nel dl 51, il provvedimento che detterà le azioni per il passaggio dalle quote latte al libero mercato in cui viene anche disciplinato il complesso del sistema delle OI.
“Era necessario che nel decreto legge si tenesse conto del fatto che già esistono esperienze importati di Organizzazioni Interprofessionali, sorte soprattutto nelle zone più dinamiche e vocate al cooperativismo come l’Emilia Romagna dove se ne contano diverse dal pomodoro al suino – spiega Romanini - realtà importanti che organizzando i soggetti della filiera favoriscono lo sviluppo di progetti condivisi e svolgono anche un ruolo di rilievo potendo dettare regole valide per il settore merceologico di prodotto”.
Invece nel dl 51 le norme pensate per favorire la nascita di una OI per il settore del latte - che oggi ha bisogno di essere protetto - venivano estese a tutti gli altri prodotti non tenendo in adeguata considerazione esperienze come quelle già realizzate in particolare in Emilia Romagna. In più il Governo assumeva su di sé la prerogativa del loro riconoscimento con il limite di una sola organizzazione per prodotto.
“Questa scelta – continua - metteva in difficoltà tante realtà, a partire dal Distretto del Pomodoro da Industria del Nord Italia che ha sede a Parma. Ora, dopo la presentazione degli emendamenti a mia firma sottoscritti anche dalla collega Patrizia Maestri, il confronto in Comagri e con il Governo si è ottenuta una riformulazione della norma che consentirà un percorso di riconoscimento direi automatico delle Organizzazioni Interprofessionali esistenti”
Queste, cita l’emendamento del relatore Sani che è anche presidente della Commissione, dovranno avere caratteristiche di rappresentatività significative del relativo settore a livello nazionale (40 %) ma verranno riconosciute anche le Organizzazioni Interprofessionali operanti in una singola circoscrizione economica che posseggono determinate caratteristiche (il 51 per cento del relativo settore nella circoscrizione e comunque almeno il 30 per cento a livello nazionale). Resta in capo al governo, ma d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, la prerogativa di essere l’unica autorità nazionale che riconosce le OI.
“E’ un risultato che credo possa soddisfare le esigenze manifestate in questi giorni da alcune Oi e Regioni fra cui quella da cui provengo – conclude - perché rende semplice l’assunzione delle esperienze emiliano romagnole e del nord come quella del pomodoro da industria che bene sta operando con l’intesa di tutti gli operatori della filiera