Che la contrapposizione di Pizzarotti all’inceneritore fosse molto di facciata e poco di sostanza lo si era capito da tempo. Archiviata in fretta la manifestazione di piazza con Grillo per celebrare il funerale di IREN (settembre 2012), l’atteggiamento di Pizzarotti ha presto cambiato piega: dapprima le rettifiche sui suoi impegni elettorali (“non ho mai promesso di chiudere l’inceneritore”), poi la nomina nel CdA di una persona, Bagnacani, preoccupato soprattutto dei propri interessi, le conferenze stampa nel segno del “volemose bene” con il Presidente di IREN, l’assenza di una vera azione di interdizione nell’assemblea dei soci anche quando c’era la possibilità di porre stringenti condizioni, come in occasione della revisione dello statuto e della governance della multiutility. Un passaggio coinciso con la sua ascesa ai vertici dell’ANCI nazionale.
Quanto rivelato dalla Gazzetta di Parma è la prova provata di questo volta faccia rispetto al principale punto su cui Pizzarotti è stato eletto, volta faccia che si è già più volte manifestato anche su altre questioni, da ultimo la gestione dei servizi per l’infanzia. Dall’inchiesta del quotidiano emerge che il Comune di Parma aveva la possibilità di fermare, o comunque ritardare i lavori del termovalorizzatore, se solo avesse richiesto il rispetto da parte di IREN dell’accordo sulle opere di compensazione, un vero e proprio contratto che impegnava IREN a realizzare tali opere prima dell’avvio dell’impianto.
Quanto avvenuto nel 2013 fa il paio con quanto accaduto pochi giorni fa, un fatto non ancora reso noto e politicamente forse ancora più grave. Mentre in Consiglio comunale si discuteva e si votava all’unanimità una mozione per esprimere la propria contrarietà al potenziamento del termovalorizzatore richiesto da IREN, impegnando il Sindaco e il suo rappresentante Bagnacani ad agire di conseguenza in tutte le sedi societarie, lo stesso Bagnacani, in sede di CdA, votava il piano industriale di IREN 2015-2020 che di certo tiene conto del potenziamento del termovalorizzatore di Parma. Uno schiaffo al Consiglio comunale, ma ancora di più a chi ha votato e creduto che questa amministrazione mantenesse gli impegni presi con i propri elettori.
Confidiamo che Pizzarotti, al rientro dagli Stati Uniti, saprà trarre tutte le conseguenze del caso.
Nicola Dall'Olio
p. gruppo PD in Consiglio comunale di Parma