E' stato il tessuto vivo e vitale del Terzo settore a Parma ad accogliere il Senatore Stefano Lepri nella sua visita parmigiana di lunedì. Un mondo che, nella nostra città, è tanto forte da spingere lo stesso Lepri, relatore della Legge di Riforma del Terzo Settore, a dirsi “entusiasta della sua varietà e ricchezza”. E proprio con queste realtà Lepri si è a lungo confrontato nel corso di due incontri, il primo alle 17 presso la sede di Forum Solidarietà e il secondo alle 21 presso la Comunità Betania di Marore, durante il quale è stato posta al centro del dibattito la legge di riforma, con un occhio attento alle molte novità introdotte. L'incontro, organizzato nell'ambito del ciclo “Ripartiamo? La politica a Parma e non solo...” voluto dal Senatore Giorgio Pagliari, ha visto le tante associazioni e i tanti cittadini presenti avanzare proposte concrete per quello che sarà il proseguo del cammino in Senato.
“Il lavoro parlamentare può migliorare un testo già buono, per fare divenire il terzo settore un vero e proprio soggetto normato, non più solo un concetto sociologico, non per imbrigliarlo ma per favorirlo – afferma Lepri – Si tratta di una legge che si pone molteplici obiettivi, a partire dalla valorizzazione del concetto di impresa sociale, ma anche dal miglioramento dei i controlli. E da Parma, dall'Emilia, dove la cooperazione sociale è un grande punto di forza, possono venire spunti importanti”. Una norma che si pone l'obiettivo di “separare il grano dal loglio con controlli migliori, trasparenza e buone pratiche”, rispondendo così alle esigenze manifestate dalle stesse coop attraverso le associazioni di categoria, colpendo chi si nasconde dietro forme associative per fare profitto. “Il Terzo settore dalla non distribuzione di utili – sottolinea dunque Lepri – Ma non basta, devono esserci una chiara finalità di interesse generale e si deve operare in settori di chiara utilità sociale”. Spazio alla impresa sociale, come detto, anche con l'ampliamento delle “categorie svantaggiate” e all'ampliamento delle attività. Più complesso e aperto il problema della definizione di impresa sociale.
“E' un ente di terzo settore con specificità imprenditoriali – dice Lepri – Ma non è convincente la disciplina della distribuzione degli utili differenziabili anche in base alla forma giuridica adottata dall'impresa, in analogia con quanto disposto per le cooperative a mutualità prevalente”. Novità per il terzo settore anche, ricorda Lepri, riguardo la “possibilità di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali telematici, in analogia a quanto previsto per le start-up innovative, con misure agevolative volte a favorire gli investimenti di capitale”. Più di un crowdfunding, dunque, un vero e proprio kickstarter sociale.Infine, adeguate misure di sostegno finanziario. “Ma l'ascolto resta prioritario – dice Lepri – Si tratta di una norma complessa, i decreti saranno efficaci se la delega sarà precisa. Per questo è fondamentale il confronto”.
Presente agli incontri l'onorevole Patrizia Maestri, che ha definito la legge “uno dei più importanti provvedimenti di questa legislatura, un grande lavoro di semplificazione e trasparenza in cui grande importanza riveste l'impresa sociale, all'interno di cui bisogna considerare il suo impatto sociale e di sostenibilità”.
“E' stato un confronto serrato e concreto sulla Legge del Terzo settore – afferma il Senatore Giorgio Pagliari - Penso sia il metodo più giusto per un provvedimento che mira a mettere chiarezza in un ambito che, negli ultmi anni, si è sviluppato enormemente. Ora la priorità deve essere quella di chiarire gli aspetti della impresa sociale, troppo a lungo rimasta una bella idea senza certezza operativa”.