Fino all'ultimo nella vicenda del Parma Calcio si devono ascoltare affermazioni non veritiere tese solo a confondere tifosi e cittadini e a gettare discredito. Le dichiarazioni in conferenza stampa del duo Corrado su presunti veti dei gruppi consiliari alla loro cordata sono semplicemente false. Non vi è stato alcun veto, anche perché è difficile dare un veto a qualcosa che non c’è.
L'assessore Marani, con estrema correttezza, ha sentito i gruppi consiliari prima di formalizzare al presidente della FIGC Tavecchio l'orientamento del Comune di Parma in merito all'assegnazione del titolo sportivo e dello stadio Tardini. Come gruppo PD abbiamo espresso il nostro convinto sostegno all’unico progetto concreto che c’è sul tavolo in grado di rispettare gli strettissimi termini per l’iscrizione al campionato di serie D: il progetto Parma Calcio 1913, presentato da una cordata di imprenditori parmigiani.
I meriti di questo progetto vanno al di là della sua parmigianità o dall’essere l’unico praticabile. Le ragioni del nostro convinto sostegno risiedono nell’idea societaria e sportiva che sta alla base del progetto. Parma Calcio 1913 propone un modello di proprietà e di gestione innovativo nel panorama calcistico italiano che si pone in alternativa a quello oggi prevalente di un unico padrone, o presunto tale, privo di radicamento con la storia e la comunità locale.
La società che si va costruendo in queste ore prevede un nucleo di azionisti di riferimento e un azionariato diffuso aperto a tutti i soggetti locali interessati a rilanciare il calcio e lo sport in questa città, recuperandone il valore etico e sociale. Questi azionisti avranno i loro rappresentanti nel consiglio di amministrazione e vi sarà pure un rappresentante del tifo organizzato. Sarà così garantita la piena compartecipazione alla gestione e il coinvolgimento diretto dei tifosi.
E’ un modello trasparente che chiama in causa l’intera comunità e che, oltre a gettare le basi per la rinascita a Parma dello sport ad alto livello, può diventare un riferimento sul piano nazionale per riformare un sistema calcistico sempre più corrotto e malato.
Un modello che i due Corrado, come dimostrano le loro ultime scomposte dichiarazioni, non erano certo in grado di interpretare.
Nicola Dall'Olio