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SPIP. Pagliari (PD): "Parma non dimentichi"

22 luglio 2015

Pubblicato in: Articoli G. Pagliari

Rileggere la vicenda SPIP  ha creato lo stesso sconcerto che colpì me, il gruppo PD e Marco Ablondi, quando, nel 2007, freschi consiglieri comunali, sollevammo il caso. Allora fummo accusati di tutto: é motivo di grande soddisfazione constatare che le risultanze dell'indagine, confermando le nostre contestazioni, testimoniano che agimmo nell'interesse pubblico, senza strumentalizzazioni di parte. La soddisfazione finisce qui. Tutto il resto sono macerie (politicamente parlando). E tali resteranno purtroppo,  quali che saranno gli esiti giudiziari, su cui incombe probabilmente la prescrizione. Macerie lasciate da un sistema politico-istituzionale di centrodestra, che ha permesso, sia pure per il tramite di una società pubblica, ad un immobiliarista le operazioni più disinvolte e le speculazioni più incredibili (nel contesto dato, si intende) per euro 30 milioni, a valere su operazioni tese - si noti - ad acquisire terreni per favorire la realizzazione di insediamenti produttivi a piccole e medie imprese. In questo quadro, c'é anche l'acquisto della famosa REIG: "una scatola cinese", pagata euro 13 milioni! E non si può nemmeno tacere che queste operazioni furono agevolate da fideiussioni (mascherate da "lettere di patronage") rilasciate dal Comune di Parma in dispregio della legge.

Un vero spaccato della degenerazione dell'attività politico-amministrativa, che ha poco da invidiare a taluni dei fatti corruttivi tristemente assunti alla cronaca nazionale. Allora, é sembrata un'azione voluta e gestita da pochi,  da una sorte di cerchio magico, fors'anche caricata sulle spalle ignare di altri. Tant'é: questo lo stabilirà la giustizia. Parma non dimentichi! Un pericolo tanto più forte, quanto maggiore sia la delusione nei confronti di chi é venuto dopo. Il rischio é, infatti, di riabilitare quel sistema sulla scia della "famosa" frase: "almeno quelli facevano" . Nonostante tutto, si deve guardare avanti, per così dire oltre il passato ed il presente. Giorgio Pagliari


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