Torna all'esame della Prima Commissione del Senato, Affari costituzionali, il testo della riforma della Pubblica Amministrazione, di cui è relatore il senatore Giorgio Pagliari.
Il disegno di legge di iniziativa governativa messo a punto dalla Presidenza del Consiglio di concerto con i ministri alla Pubblica amministrazione, Marianna Madia, all’Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, è alla terza lettura. La Prima Commissione l’aveva approvato in sede referente e il 30 aprile era arrivato l’ok in aula del Senato. Nel passaggio alla Camera il ddl è poi stato licenziato con diverse modifiche e ora dovrebbe essere giunto alla vigilia dell’approvazione definitiva.
Tra i punti cardini della riforma ci sono: la “rivoluzione digitale” nell'erogazione dei servizi, la pratica del “silenzio assenso” tra amministrazioni e cittadini, la “trasparenza amministrativa” vista come la migliore arma della politica contro la corruzione, la “riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato” per renderla più snella, eliminare i doppioni e contrastare la burocrazia, la “gestione associata dei servizi e delle Forze di Polizia”, accorpando tra l’altro Pubblico registro automobilistico e Motorizzazione e unificando il Corpo della Forestale alla Polizia di Stato, “la riduzione e riorganizzazione delle Società Partecipate”, la “riforma delle Camere di commercio” per ridefinire la loro “mission”, ridurne il numero e renderle più efficienti nel sostegno alle imprese e allo sviluppo, una normativa più europea per la “gestione della ricerca” con la ridefinizione del ruolo dei ricercatori, l’introduzione di una “maggiore flessibilità” del lavoro pubblico, incentivando il lavoro remoto, lo smart-working e il co-working.
Tutte misure che sembrano ritagliate su misura anche per la situazione di Parma.