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Mafia al Nord, Mirabelli e Pagliari (PD): "Combattere la zona grigia"

15 settembre 2015

Pubblicato in: Articoli PD Parma

E' stato un pubblico folto e attento quello che ha accolto nella sala della Comunità Betania di Marore il Senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd nella Commissione bicamerale antimafia. Decine di persone, tra cui molti esponenti dell'associazione Libera di Don Ciotti, sono intervenute e hanno dato vita ad un dibattito incentrato in gran parte sulle nuove mafie e sulle infiltrazioni delle stesse nelle regioni del Nord. “Abbiamo una raffigurazione folcloristica di una mafia che usa la violenza, radicata al sud, dove è nata, ma oggi non è più così – afferma Mirabelli – Oggi dobbiamo chiederci invece cosa è la mafia al Nord, perché abbiamo una idea legata alle fiction, romanzata, e invece il quadro è oggi ben diverso”.

Perché Mafia e 'ndrangheta al Nord non sparano, i boss indossano il doppiopetto, ma il fenomeno conserva la sua gravità. “La 'ndrangheta ha scelto di ridurre al minimo l'attività militare perché ha capito che se non si spara non si attira l'attenzione ma può contare su una struttura familiare che fornisce garanzie rispetto al fenomeno del pentitismo, perché è più difficile per un pentito denunciare se deve coinvolgere membri della famiglia – ricorda infatti Mirabelli - Ma la magistratura ci dice che non hanno abbandonato la strada militare per ragioni etiche, ma solo perché altri strumenti sono più utili, mentre gli arsenali restano a disposizione. E cosa fanno? Di solito parliamo di riciclaggio, ma fanno molto di più cercano di entrare nell'economia reale, e cercano di farlo qui in Emilia perché qui ci sono i soldi, qui c'è una economia privata che vogliono condizionare, in cui vogliono entrare con i metodi che conosciamo. In questi anni di crisi tanti imprenditori si sono rivolti alla criminalità organizzata per ricevere prestiti o recuperare crediti, salvo poi trovarsi coinvolti”. E una 'ndrangheta che punta a minare la libertà di informazione, vera e propria spina nel fianco per la criminalità organizzata.

Una battaglia, dunque, contro una criminalità nuova, e che per questo deve essere condotta con mezzi non tradizionali, come ricorda Mirabelli: “Occorre la battaglia sia condotta dalla magistratura, le forze dell'ordine, la politica, ma non solo, è una battaglia che devono fare tutti, a partire dal mondo dell'informazione, che deve presentare la mafia non come un fenomeno folcloristico, ma anche il mondo delle imprese, e delle professioni”.

Un percorso già iniziato ma che deve proseguire, come ricorda il Senatore Giorgio Pagliari, promotore della serata. “Togliere la discrezionalità del tempo alle amministrazioni è togliere la possibilità di costringere, di mettere in atto la corruzione – dice Pagliari - Perché se si toglie la possibilità di tenere sulla corda il privato si toglie anche la possibilità di corrompere. E rendere temporaneo il mandato dei dirigenti della Pa significa eliminare una figura, quella del dirigente a vita, che è oggi in grado di annullare la funzione politica. E' dunque una questione di democrazia, ma anche di pulizia nella Pa”. Lo stesso Pagliari ricorda però come anche la nostra città non si possa considerare una isola felice, come dimostrato anche dalle inchieste della magistratura. Un pensiero che corre anche alle indagini per corruzione del passato.

“Il tema è come contrastare un fenomeno che chiamiamo mafia ma è in realtà illegalità diffusa – afferma l'Onorevole Patrizia Maestri - Basta pensare ai morti per fatica in Puglia, al caporalato, al sistema degli appalti, vero e proprio nodo centrale, sia per quanto riguarda gli appalti pubblici che quelli privati”. Dal canto suo l'Onorevole Giuseppe Romanini ha ricordato la necessità di “ascoltare di più i sindaci, che sono sul territorio, in prima linea in questa battaglia”. Una battaglia, ricordavano alcuni esponenti della associazione Libera presenti in sala, da condurre soprattutto contro la “zona grigia dell'indifferenza”, e che dunque coinvolge tutti. Una posizione condivisa dal segretario cittadino del Pd Lorenzo Lavagetto, che nel suo intervento ha ricordato l'impegno del Partito Democratico nella lotta alla illegalità.



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