Reclamare l’urgenza di una data per lo svolgimento del referendum di autodeterminazione per il popolo Saharawi, impegno assunto nel 1991, dopo il cessate il fuoco e l’avvio del processo di pace, e sostenuto da risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
E’ questo il cuore dell’intervento che Giuseppe Romanini effettuerà nelle giornate di lunedì e martedì prossimo all’Onu dove interverrà alla IV Commissione politica e decolonizzazione a nome dell’Intergruppo parlamentare di amicizia e solidarietà con il popolo Saharawi e d’intesa con Help for Children di Parma e il sistema associativo Emiliano Romagnolo da molto tempo attivo a favore di questa causa. Un viaggio di cui il deputato sostiene per intero il costo, per parlare in veste di “petitioner” di una causa dimenticata e di un popolo la cui sussistenza è in gran parte legata ai progetti di cooperazione internazionale promossi da associazioni insieme a tanti enti locali fra cui la nostra provincia e comuni del Parmense.
“Dopo circa dieci anni sono tornato a fine anno a Smara nei campi profughi Saharawi del deserto algerino - afferma Romanini - Ho visto le condizioni peggiorate in cui vivono i Saharawi nel loro esilio forzato da quarant’anni. Testimonierò alla comunità internazionale quanto la loro vita sia resa più precaria e i diritti umani violati. Di fronte al peggioramento della situazione socio-economica cresce il malessere e la frustrazione soprattutto tra i giovani dei campi profughi, verso i quali le sirene di Boko Haram e le falangi dell'ISIS già presenti nell’area possono diventare irresistibili.Una preoccupazione dichiarata di recente anche dal capo della diplomazia europea Federica Mogherini. Non si può recedere dall'impegno per una soluzione giusta, equa e negoziata del conflitto nel Sahara Occidentale. Per questo chiederò alla IV Commissione di esercitare fino in fondo il proprio ruolo per questo popolo dimenticato e dare seguito all’impegno promesso e atteso del referendum di autodeterminazione”.