Sono dette colture orticole “minori” ma tanto minori non sono perché il consumo di basilico, bietola, broccolo, prezzemolo, spinaci, sedano, zucca, fagioli borlotti, fagiolini, piselli, zucchini, melanzane e altre sta progressivamente crescendo anche grazie alla richiesta di prodotti a chilometro zero e produzioni biologiche. Sono queste colture l’oggetto di una interrogazione presentata dal deputato di Parma Giuseppe Romanini che si è fatto interprete della difficoltà degli agricoltori ad assicurare a tali coltivazioni la protezione dalle avversità naturali.
Secondo i dati disponibili e relativi ai prodotti destinati alla surgelazione, il settore è rappresentato da circa 20.000 ettari coltivati per una produzione lorda vendibile superiore alle 200.000 tonnellate, ma altrettanto ampia è la superficie di ortaggi destinati al consumo fresco o ad altri tipi di lavorazione.
“Queste colture sono una realtà decisamente importante per la nostra agricoltura – spiega il Romanini - Nell'areale di Parma, ad esempio, la più interessata è il basilico, a Piacenza il pisello, in Romagna quasi tutte e possono costituire una fonte di integrazione al reddito per le aziende e un significativo presidio per il territorio, contribuendo a mantenere vitali aree marginali altrimenti destinate al degrado. Il problema sono le norme burocratiche, sia a livello europeo sia nazionale, che, pur in fase di revisione e semplificazione, complicano enormemente le procedure di registrazione dei fitofarmaci per queste colture”.
“Più volte - scrive Romanini nell’interrogazione al Ministro Martina - le organizzazioni economiche del settore agro-alimentare hanno richiamato l’attenzione sulla grave situazione determinata dalla mancanza di sostanze adeguate ad assicurare a tali coltivazioni la protezione dalle avversità naturali. Le stesse problematiche sono presenti per le colture sementiere che nel nostro paese sviluppano un’importante cifra d’affari ed anche per i frutti cosiddetti “di bosco”.
“Per affrontare organicamente questi problemi – ricorda il deputato nel testo - la Commissione Europea ha istituito un gruppo di coordinamento, operativo dal 1 settembre scorso, con gli operatori del settore e i rappresentanti di tre stati membri, Francia, Germania e Olanda”.
Romanini chiede dunque al Ministro dell’Agricoltura “per quale motivo al lavoro di tale gruppo non sia stato chiamato anche un rappresentante dell’Italia, stante l’importanza di tali colture per la nostra agricoltura; se e come intenda il Governo Italiano operare per favorire la semplificazione delle procedure nei casi in cui si tratti, ad esempio, di “estensioni all’impiego” di sostanze già autorizzate per altre colture simili”. E infine “se è stato istituito il tavolo tecnico sulle tematiche d'interesse fitosanitario, tavolo nel quale doveva trovare spazio un sottotavolo specifico per i cosiddetti “usi minori” a cui far partecipare le associazioni di categoria e gli enti dei settori coinvolti per poterne affrontare organicamente le problematiche”.