Come aveva annunciato dopo i più recenti casi di maltrattamenti sui bambini, il senatore Giorgio Pagliari ha depositato al Senato un disegno di legge a sua prima firma che introduce modifiche sostanziali al Codice Penale in materia di punizioni corporali verso i minori. Il Ddl Pagliari prevede, in particolare, il divieto di punizioni corporali sui minori in tutti gli ambiti, compreso quello famigliare, e l’inasprimento delle pene attraverso l’elevazione dei così detti “minimi edittali” che rendono la carcerazione obbligatoria in caso di condanna.
“I mezzi di coazione fisica – scrive il senatore Pagliari - comprimono i diritti fondamentali ed inviolabili della libertà e dell’incolumità, ai sensi dell’articolo 13 della Costituzione. E nei confronti dei minori, l’utilizzo di punizioni corporali può concretizzare una forma di violenza in grado non solo di danneggiare la salute fisica del bambino, ma anche di compromettere la serenità psicologica. Per questo il Comitato sui diritti dell’infanzia si è pronunciato contro ogni forma di punizione corporale, per quanto lieve, così come contro tutte le punizioni che abbiano carattere crudele o degradante, anche se non fisiche”.
“In Europa le punizioni corporali sui bambini, anche in ambito familiare, sono già vietate in Svezia, Norvegia, Finlandia, Austria, Cipro, Danimarca, Lettonia, Bulgaria, Ungheria, Germania, Romania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna.
In Italia, invece, sono vietate espressamente solo in ambito scolastico e nell’ordinamento penitenziario, mentre per i maltrattamenti che avvengono nell’ambito famigliare c’è un vuoto legislativo, tanto che l’articolo 571 del Codice Penale enuncia solamente il reato di ‘abuso dei mezzi di correzione’”.
“Per colmare questo vuoto, ma soprattutto per cambiare la mentalità di chi si ostina a seguire un metodo educativo fondato sull’intimidazione o sulla violenza – spiega Pagliari - il Ddl prevede l'abrogazione dell'articolo 571 del Codice penale ricomprendendo le punizioni corporali in qualunque ambito esse avvengano nel reato di maltrattamenti previsto dall’articolo 572, superando in questo modo l’irragionevole differenza tra i maltrattamenti in ambito pubblico e familiare”.
Allo stesso tempo, il Ddl prevede l'inasprimento delle pene previste dall’articolo 572, passando dagli attuali “da due a sei anni” alla più severa sanzione “da tre a otto anni”; come anche per le lesioni personali gravi che passano “da quattro a nove anni” a “da sei a dodici”.
“Con questi inasprimenti e questi livelli minimi edittali – conclude Pagliari – il carcere per chi sarà riconosciuto colpevole di maltrattamenti sui minori diventerà effettivo, e scatterà anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Tutto ciò non potrà che aumentare l’effetto deterrente e di prevenzione che è l’obiettivo di questo disegno di legge”.