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Romanini (PD): "Questa per me è buona scuola"

11 novembre 2015

Pubblicato in: Articoli G. Romanini

La notizia è di questa settimana, sono 48.794 i docenti che hanno ricevuto una proposta di contratto a tempo indeterminato nell’ambito della terza e ultima fase del Piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona Scuola, quella che riguarda il nuovo organico del potenziamento. Una media di 6/7 insegnanti in più per scuola che potranno essere utilizzati per ampliare l’offerta formativa. La settimana scorsa invece, alla Camera è stato votato un provvedimento che mette immediatamente a disposizione gli stanziamenti necessari per la prosecuzione del programma #scuolebelle:  110 milioni di euro alle scuole per fare  interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici. La legge di bilancio 2016 in discussione prevede, all’articolo 35, lo sblocco di 500 milioni del patto stabilità degli enti locali per interventi di edilizia scolastica. Sono tutti segnali di un fatto evidente: quella della scuola è una priorità per questo Governo e questo Parlamento.

La riforma varata qualche mese fa sta producendo i suoi effetti e dopo anni di tagli,  quest’anno le scuole avranno 104.000 insegnanti in più, 7.200 nella nostra Regione, oltre 700 a Parma che consentiranno alle scuole di offrire alle famiglie più tempo pieno, maggiori aperture pomeridiane, potenziare l’inclusione scolastica, contrastare la dispersione, aprirsi maggiormente al territorio. Nelle graduatorie non c'erano tutti gli insegnanti di cui le scuole hanno oggi bisogno, è vero. E la cosa era nota. Ma già con il prossimo concorso le lacune verranno colmate e i ragazzi potranno avere insegnanti che non cambiano ogni anno, potranno beneficiare di un'offerta formativa più ampia che sappia riconoscere i punti di debolezza e valorizzare i punti di forza. Insegnanti in più significa anche questo, una scelta che meriterebbe una considerazione più alta perché l’assunzione dei docenti italiani è stata a lungo una matassa impossibile da districare.

Nessuno mette in dubbio che servirà del tempo, tuttavia, trovo disonesto intellettualmente non riconoscere la portata dell'investimento che questo governo ha fatto sull'istruzione pubblica. Perché mai non dovrebbe definirsi buona scuola quella che investe 4 miliardi dopo anni di tagli lineari? Se si raddoppia il fondo di funzionamento delle scuole consegnando la prima tranche di pagamenti già all'avvio delle lezioni? Se si stanzia 45 milioni di euro per i nuovi laboratori territoriali e 100 milioni per l'alternanza scuola lavoro? Non è buona una scuola che investe 1 miliardo di euro nel piano nazionale scuola digitale attraverso il potenziamento delle infrastrutture? Se si potenziano gli organici, si investe sulla formazione dei docenti, il monitoraggio e le misure di accompagnamento, sull'edilizia scolastica, sulle indagini diagnostiche o sulla costruzione di strutture moderne e funzionali? Se si promuove la cultura del rispetto delle differenze e la consapevolezza dei diritti e dei doveri che derivano dalle differenze di qualunque tipo al fine di formare cittadini responsabili? Perché non è buona la scuola che permette di attivare negli istituti superiori materie opzionali per rispondere meglio alle esigenze educative dei ragazzi?

Con la riforma il governo prima ed il parlamento poi hanno reso concreta una idea della scuola che promuova il successo formativo, sostenga ed orienti gli studenti, sia inclusiva perché capace di comprendere i bisogni formativi dando risposte differenziate ai bisogni plurali dei nostri ragazzi. Non è una scuola giusta quella che offre insegnamenti indifferenziati quando le nostre classi sono sempre più plurali, strutturate per classi di età e non per competenze, quando i bisogni cambiano da nord a sud, quando devi contrastare l'insuccesso e la dispersione scolastica attraverso nuovi modelli formativi che sappiano includere e non allontanare. Credo che l'autonomia scolastica sia lo spazio entro il quale le scuole possano concretizzare piani che, realmente, con risorse stabili, consentano di mettere in moto tutte le loro capacità di ricerca, sperimentazione, costruzione didattica e pedagogica. Questa per me è Buona scuola. Sarà certamente il tempo a dire chi aveva ragione. 



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