La polemica su crocefissi, presepi e celebrazioni natalizie nelle scuole mi sembra in larga parte strumentale. Il "caso" della scuola primaria di Rozzano, dove sarebbe stato annullato il concerto di Natale per non offendere i musulmani, è stato smentito dal preside e gonfiato ad arte dalle provocazioni leghiste e dalla campagna di Forza Italia, che di certo non aiutano a rasserenare il clima che si è creato verso gli islamici dopo Parigi.
Detto questo, nessuna persona di buon senso può ragionevolmente pensare e sostenere che per rispettare la religione musulmana occorra rinunciare ai riti di quella cattolica, togliere i crocefissi dalle aule, rinunciare ai presepi e alle celebrazioni natalizie che - per inciso - da tempo innumerevole non sono più soltanto un rito riservato ai credenti cristiani ma anche una ricorrenza civile per la stragrande maggioranza degli italiani.
Il rispetto della cultura e della religione altrui, per di più in un mondo sempre più multiculturale, sta nel consentire a tutti di esprimere liberamente i propri valori e il proprio credo, secondo le rispettive tradizioni.
Il mio faro, come cittadino e come parlamentare, è la Costituzione, che all'articolo 3 recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".
La "religione di Stato" non esiste più in Italia dai Patti Lateranensi e la Corte costituzionale ha sancito che la laicità è il principio supremo dello Stato. Questo dovrebbero ricordare tutti, oggi, in Italia.