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I borghi del pane. Nuova iniziativa legislativa del deputato Pd Romanini per valorizzare luoghi e panifici

9 dicembre 2015

Pubblicato in: Articoli G. Romanini

“Una proposta di legge per far risaltare ancora di più il ruolo del pane come ambasciatore dell’alta qualità alimentare italiana ponendo in valore i luoghi in cui viene prodotto”. E’ un passo della relazione introduttiva alla nuova proposta di legge dell’on. Giuseppe Romanini “Disciplina dei borghi del pane”, testo sul quale proprio in questi giorni gli uffici stanno raccogliendo le firme dei colleghi che vorranno sottoscriverla prima del deposito. Dopo la proposta di legge 3265 “Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane”,  che a breve sarà incardinata in Commissione Agricoltura, Romanini torna dunque a mettere al centro della sua iniziativa legislativa quello che è il cibo principe del nostro Paese. A confermare il primato del pane non ultima anche un'indagine della Cia, Confederazione italiana agricoltori, prodotta in occasione delle iniziative a tema enogastronomico, inserite nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità da cui è emerso che quasi il 50 per cento degli italiani ha eletto il pane a emblema nazionale battendo, non senza stupore, la pasta che ha registrato il 23 per cento delle preferenze.

“Il nostro Paese ha la più ampia varietà di farine antiche e il più alto numero di pani– spiega Romanini - è un patrimonio di tradizioni, di saperi che si estende dal prodotto anche ai luoghi in cui viene realizzato e da cui spesso prende il nome. Non solo il pane di Altamura ma per stare dalle nostre parti quello di Corniglio, di Ranzano, la micca di Parma. La mia proposta, riprende una iniziativa di alcuni anni fa e si aggancia alla legge n. 268 del 1999 che ha istituito il riconoscimento legislativo delle “Strade del vino”. Analogamente si propone l’attribuzione della qualifica “Borghi del pane” ovvero di quelle realtà locali che capillarmente segnano della loro presenza l’intera Italia. Ciò permetterà una migliore caratterizzazione delle zone di produzione di pani tradizionali italiani”.

L’Italia può contare su 5 tipi di pane riconosciuti dall’Unione Europea: Coppia ferrarese (I.G.P.), Pagnotta del Dittaino (D.O.P.), Pane casareccio di Genzano (I.G.P.), Pane di Altamura (D.O.P.) e Pane di Matera (I.G.P.), ma si calcola che complessivamente siano circa 250 specialità, a cui si aggiungono le tante variazioni.

La proposta di Romanini,  nei 4 articoli in cui è declinata, mira a promuovere e rafforzare la cultura dei pani tradizionali italiani confermandone anche il valore legato all’offerta turistica locale, favorendo l’intervento organico degli enti territoriali competenti chiamati a iniziative specifiche.

Nell’articolo 1 viene dunque affermato che I borghi del pane sono aree all’interno delle quali esistono produzioni di pane e prodotti da forno, territorialmente delimitate e individuate, quali province, comuni, frazioni di comuni, specifiche aree urbane o centri storici inseriti in aree metropolitane; tale denominazione, deliberata dall’ente locale competente per territorio è segnalata e pubblicizzata mediante apposita cartellonistica stradale da collocarsi, a cura dell’autorità locale competente, entro 60 giorni dalla data di riconoscimento della denominazione “borgo del pane”.

Le amministrazioni dei territori che godono di tale denominazione, si legge nel testo, attivano iniziative per diffondere la conoscenza e il legame storico con il territorio del pane e dei prodotti da forno tradizionali, segnalando in tutte le attività promozionali del proprio territorio la qualifica di “borgo italiano del pane” e provvedendo alla valorizzazione dei prodotti in oggetto anche mediante manifestazioni di presentazione e degustazione, nonché azioni ed eventi culturali.



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