La situazione venutasi a creare all’azienda di San Quirico, dopo l’annuncio della sospensione della prossima campagna bieticola 2016, diventa oggetto di una interrogazione. L’iniziativa dei deputati parmigiani Giuseppe Romanini e Patrizia Maestri con il collega mantovano Carra, coinvolge direttamente il Ministro Martina al quale vengono poste le questioni nodali che il settore saccarifero si trova ad affrontare.

“Ci interessa il futuro del comparto rispetto al quale il Ministro Martina aveva parlato impegnandosi per una strategia nazionale ed europea, in vista della fine del regime delle quote, mirata ad un rilancio di una filiera storica e strategica per tutto l’agroalimentare italiano – spiega Romanini – La nostra interrogazione parte dalle preoccupazioni di un territorio come il nostro che ha in questa produzione uno degli asset storici. La finalità è quella di sollecitare un suo intervento per un futuro che crediamo vada garantito a questo comparto, alle aziende che ancora vi operano e dunque all’occupazione e ai coltivatori”.

Ed eccole le questioni sulle quali il Ministro e il Governo dovranno rispondere in Commissione Agricoltura. Se non si ritenga necessario compiere ogni intervento atto a salvaguardare quel che è rimasto di un comparto strategico per il Paese come quello bieticolo-saccarifero, a non disperdere la sua residua capacità economica ed occupazionale, a mantenere e valorizzare la coltura della barbabietola nella rotazione delle aziende agricole, ad assicurare una produzione nazionale di qualità, nel rispetto di ogni regola sociale e ambientale per approvvigionare il mercato Italiano in maniera sicura e stabile di una commodity indispensabile come lo zucchero. Se il Ministro sia intenzionato ad intraprendere qualche azione per mantenere attivo nella filiera dello zucchero italiano anche questo impianto che ha generato risultati importanti per tanti anni a vantaggio dell’agroalimentare italiano e dell’agricoltura padana. Se non ritenga necessario convocare le parti, ed in particolare l’azienda di trasformazione, per sondarne le intenzioni e per verificare a quali condizioni sia possibile, anche agendo a livello europeo in considerazione della fine del sistema delle quote, per dare una prospettiva alla produzione bieticolo-saccarifera del Nord Italia, anche al fine di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali.

Secondo quanto riferito dall’azienda, lo zuccherificio di San Quirico impiega 80 lavoratori dipendenti e 150 stagionali mentre sono oltre 1.200 i bieticoltori, iscritti alle associazioni di categoria, per un bacino che interessa le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova, Cremona e Lodi;

Lo zuccherificio Eridania è uno dei tre ultimi impianti di trasformazione rimasti in Italia, dei 19 che ve ne erano, dopo il drastico ridimensionamento prodotto dalla riforma del settore bieticolo-saccarifero varata nel 2006. L’Italia è il paese che con quella riforma ha rinunciato al maggior volume di quote con una riduzione del 67% e già oggi la produzione nazionale di zucchero non arriva a coprire un terzo del consumo.