“E’ un primo risultato importante frutto del lavoro di squadra messo in campo per la difesa dei nostri vini”. Giuseppe Romanini è soddisfatto di fronte alla comunicazione di Paolo De Castro , coordinatore per il gruppo S&d della commissione agricoltura dell'Europarlamento, che ha reso noto l’orientamento della Commissione europea verso un dietrofront sulla proposta di liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione. Lo stesso Romanini sulla questione aveva interrogato il Ministro e presentato una risoluzione per sollecitare iniziative mirate a salvaguardare quello che è un “bene” stimato in circa 3 miliardi di euro. Coinvolti nella vicenda vini come il Barbera, Nebbiolo, Brachetto, Fiano, Primitivo e il Lambrusco il cui nome, nel caso fosse passata la liberalizzazione, avrebbe potuto essere utilizzato anche sui vini stranieri.
''E’ una scelta che ritengo saggia e giustache premia un grande lavoro di squadra compiuto a tutti i livelli per difendere una nostra produzione d’eccellenza. – sottolinea Romanini – Se verrà confermata formalmente sarà un riconoscimento importante per un paese come il nostro, nel quale aziende e istituzioni si sono battute insieme per difendere un tratto significativo della nostra distintività . Vini come il Lambrusco raccontano e sono espressione della terra che li ha generati e del sapere di chi ha lavorato quelle uve. Occorre continuare la pressione esercitata insieme fino al pieno e formale riconoscimento della volontà italiana”.
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