Sulla questione dell'adeguamento degli argini del Baganza stanno venendo avanti richieste che in nome della sicurezza idraulica ribaltano i principi di un corretto governo delle aree fluviali. Sulla spinta delle due ditte che hanno il loro stabilimento in golena, si sta creando un fronte che chiede di restringere ulteriormente l'alveo del torrente, innalzando argini interni a quello storico lungo i confini delle aree produttive.
La soluzione che si propone sancirebbe di fatto il diritto di manomettere argini demaniali e occupare luoghi che andrebbero lasciati al fiume, un costume molto italiano che è la causa principale della fragilità idraulica del nostro paese e dell'aumentato rischio di alluvioni. Lo stesso allagamento di Via Montanara è stato causato dall'abbassamento dell'argine fatto a suo tempo per garantire l'accessibilità ad una delle due aree produttive.
Su questa questione il Comune dovrebbe prendere una posizione molto più netta e appoggiare senza tentennamenti la linea d'intervento di Autorità di Bacino del Fiume Po, Regione e Servizio Tecnico di Bacino. E oltre a dare corso all'abbattimento delle installazioni abusive, dovrebbe prevedere un piano di delocalizzazione per le due realtà produttive. In particolare per una, quella nel quartiere Montanara, dovrebbe fare valere quanto già previsto e in parte attuato negli anni '80, quando fu individuata un'idonea area artigianale, poi sfruttata e in parte rivenduta dalla stessa ditta che ora chiede di innalzare nuovi argini e restringere l'alveo per rimanere dove non dovrebbe stare.
Luca Pezzani e Nicola Dall'Olio
p. Gruppo PD Consiglio Comunale