Prima di tutto lo stile: stia tranquillo il Sindaco Pizzarotti che non verremo sotto le finestre del Palazzo a gridargli "onestà onestà". Abbiamo troppo rispetto per la nostra Città, alle prese con una nuova vicenda giudiziaria. Così come rispettiamo anche il momento personale non facile del Sindaco e dell'assessora Ferraris, al di là delle dichiarazioni di circostanza di finta tranquillità.
Lo rispettiamo perché pagheranno ora le conseguenze di quella cultura delle forche alimentata dallo stesso partito del Sindaco - il Movimento 5 stelle. Siamo in attesa di vedere se l'on. Di Maio si è già messo in viaggio per venire a chiedere, stavolta, le dimissioni di Nogarin a Livorno e di Pizzarotti a Parma, ottimizzando le spese.
Quel che è certo è che a Parma, la città che per prima ha lanciato il M5S alla guida di un'amministrazione, cade definitivamente la pretesa di una superiorità morale, la fiaba da quattro soldi che colloca i buoni tutti da una parte e i cattivi tutti dall'altra.
Dopo lo stile, ora parliamo di metodo: nella vicenda di Pizzarotti indagato non vediamo né buoni né cattivi, ma solo tanta, tanta presunzione e arroganza politica e una dose costante e preoccupante di incapacità amministrativa. Questo ci preoccupa: pur a fronte di una procedura confusa (confusione ancor più rilevante perché riferita alla principale istituzione culturale della città, simbolo di Parma in tutto il mondo) che avevamo confutato e spiegato, il Sindaco ha deciso di tirare dritto, di chiudersi ancora una volta nel Palazzo, trascinando in basso la città.
Mentre fioccano i profeti delle scorciatoie giudiziarie, noi diciamo altro a Parma e ai parmigiani: questo Sindaco e il suo fallimento amministrativo lo vogliamo battere col voto libero, dando ai cittadini la possibilità di scegliere tra la navigazione a vista e un progetto - il nostro - fatto di impegno e di una passione che stanno nascendo quartiere per quartiere, casa per casa. Il giudizio vero e inappellabile arriverà non dai tribunali, ma dagli elettori.