Con questo intervento di fine seduta continuo, oggi, al Senato, una staffetta con cui, assieme a tante senatrici e tanti senatori, ricordiamo ogni donna che viene uccisa per mano di un uomo a cui è o è stata legata da relazione amorosa. Lo faremo fino a che sarà necessario ricordare al Parlamento e al nostro paese l'urgenza di arginare la violenza nei confronti delle donne.
Nell’intervento di oggi dobbiamo ricordare quattro donne uccise, che si aggiungono alle 10 che abbiamo ricordato dal 30 giugno quando questa staffetta ha avuto inizio.
A Parma, il 10 settembre, Elisa Pavarani, di 39 anni è stata uccisa a coltellate. Per l’omicidio è stato arrestato ed è indagato l’ex fidanzato, e mi si lasci aggiungere nel ricordo Michelle Campos, 20 anni, assassinata tre anni fa, purtroppo sempre a Parma dall'ex fidanzato: la madre, era oggi in Senato per la legge sulla cittadinanza.
Il 29 agosto a Seregno, in provincia di Monza, Carmela Aparo di 64 anni è sta uccisa a colpi di pistola dal suo compagno.
Sempre il 29 agosto a Caramagna Piemonte, in provincia di Cuneo, è stata uccisa a coltellate Pashke Babaj. Il marito è stato fermato per omicidio.
L’Istat ci informa che In Italia ogni 2,2 giorni viene uccisa una donna. Il 46,3% delle donne muore per mano del partner. La gravità delle violenze sessuali e fisiche è aumentata. Sono in crescita anche i casi di violenza assistita.
Il femminicidio è quasi sempre l’estremo risultato di una serie di comportamenti violenti di lunga data.
Con la legge 119 del 2013 di contrasto alla violenza di genere, che questo Parlamento ha approvato in attuazione della convenzione di Istanbul, il nostro paese ha riconosciuto la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani e discriminazione di genere. Ha riconosciuto che la violenza sulle donne è un fenomeno sociale che ha le proprie radici nella relazione di potere asimmetrica fra uomini e donne.
Per questo la si può prevenire, intervenendo sui fattori che la determinano. Per questo è stato proposto e approvato un piano contro la violenza sulle donne. E nel frattempo sono stati rafforzati strumenti di protezione, per garantire maggiore sicurezza alle donne minacciate.
Bisogna però monitorare che queste misure funzionino e che il piano sia attuato.
Per questo abbiamo accolto con favore la notizia che l’8 settembre 2016 si è riunita la cabina di regia interistituzionale prevista dal Piano contro la violenza.
Riproponiamo con convinzione il nostro appello.
Un appello alla ministra per le Pari Opportunità e al Governo tutto: la cabina di regia monitori l’applicazione, i pregi e i limiti della legge 119/2013, e soprattutto dia piena e accurata attuazione al piano contro la violenza.
Un appello ai media:
si smetta di giustificare gli assassini e di colpevolizzare le donne.
Un appello al paese, uomini e donne:
sono 160 le donne uccise ogni anno, non possiamo più accettare questa mattanza.