Sulla vicenda legionella, l’unico antidoto all’allarmismo, che pare essere la più grossa preoccupazione del Sindaco, è fornire adeguata informazione ai parmigiani. Cosa che il primo cittadino ha invece fatto poco e male, impegnato come era sui media nazionali a celebrare la sua scontata uscita dai 5 stelle.
Non bastano qualche tardivo comunicato ed una raffazzonata assemblea di quartiere in cui ancora una volta il Sindaco si è presentato isolato e solo, senza avere attorno i vertici dei servizi sanitari e di igiene pubblica locali e regionali. Fin dai primi giorni del contagio ci doveva essere una presa in carico dell’emergenza e azioni informative tempestive e dirette a tutta la popolazione a cominciare da quella residente nel quartiere colpito.
Non ci voleva molto a tradurre in un’ordinanza sindacale le misure precauzionali indicate dai servizi sanitari. E non ci voleva molto a diffonderle nelle scuole, tra gli amministratori condominiali e ai residenti stessi organizzando una informazione porta a porta, come giustamente suggerito durante l’assemblea pubblica, con agenti della polizia municipale e gli stessi operatori di Iren, che già effettuano questo servizio.
Il Sindaco avrebbe poi potuto compiere qualche significativo atto simbolico. Invece di farsi fotografare lunedì per l’ennesima finta inaugurazione alla scuola d’infanzia Tartaruga, avrebbe fatto meglio a farsi ritrarre bevendo l’acqua della fontana del Bizzozero, perché fosse chiaro a tutti che non c’erano problemi nell’acquedotto e che il batterio non si trasmette per ingestione.
Detto ciò guardiamo al presente, che è ciò che interessa ai cittadini giustamente allarmati. Le presentazioni del dipartimento di sanità pubblica hanno chiarito che la diffusione della legionella avviene per areosol e non da persona a persona ed hanno escluso diversi fattori di contagio. L’epidemia, oltre ad essere spazialmente molto concentrata, parrebbe in fase calante. Il calo delle temperature sotto la soglia di attivazione del batterio e lo spegnimento degli impianti di condizionamento, una delle probabili fonti di diffusione, portano a ritenere che non vi siano più le condizioni ambientali per la propagazione del contagio.
Resta il fatto che la fonte di origine e diffusione della legionellosi non è stata ancora individuata e che la fase di emergenza non può dirsi chiusa. Oltre alla prevista ordinanza per la sanificazione / spegnimento delle torri di evaporazione, occorre estendere a tappeto ed approfondire, nell’area interessata, i controlli e le analisi epidemiologiche incrociando i dati di tutte le persone colpite per individuare se e quali luoghi comuni hanno frequentato. E fino al termine dell’emergenza deve essere emanato un bollettino quotidiano che informi sullo stato dell'epidemia e sul procedere dell’unità di crisi.
Solo quando si dimostrerà nei fatti di avere la situazione sotto controllo e di avere individuato l’origine del contagio, ci si potrà allora preoccupare di non fare inutili allarmismi.
Nicola Dall'Olio
p. Gruppo Consiliare PD