Sulla canzoncina di Natale della Scuola di Sorbolo da Salvini, come sempre, un misto tra razzismo e demagogia.
La "vittima", questa volta, sono un maestro elementare e la sua classe rei di aver richiesto per Natale un cesto di permessi di soggiorno.
La canzoncina di Natale in questione, oltre a dare un indirizzo in controtendenza rispetto alla corsa ai regali, è un pensiero di attenzione e di solidarietà, espresso con attenzione ad una fascia di emarginati, quella oggi "all'onore della cronaca", ma teso, più in generale, a sensibilizzare e a guardare agli ultimi e alle loro difficoltà con umanità.
I problemi politici dell'immigrazione sono introdotti invece da Salvini solo con la solita volgare strumentalizzazione.
Nessuno vuole indulgere al pietismo, nessuno pensa a "chiudere gli occhi" di fronte al problema e alla sua complessità. Il Governo e le forze di maggioranza, a cominciare dal PD, cercano, nel quadro delle note, enormi, difficoltà, semplicemente di costituire un contesto internazionale ed interno che consenta i controllare i flussi, di avere una reale distribuzione degli immigrati tra i Paesi dell'Europa e di creare le condizioni per l'effettiva attuazione dei rimpatri, combattendo la clandestinità. E con ciò con un limite: la vita umana. Sembra che le ragioni della politica elettorale impediscano a Salvini di considerarla.
Nessuna meraviglia quando si è di fronte ad uno che strumentalizza financo una canzoncina di Natale di una classe elementare.
Sen. Giorgio Pagliari