“L’inchiesta che ha coinvolto l’ospedale di Parma è un fatto grave che non va sottovalutato: siamo certi che la magistratura farà il suo dovere e accerterà con velocità e correttezza eventuali responsabilità. Questo ennesimo caso, però, sottolinea che a Parma c’è una questione morale da affrontare tutti insieme: istituzioni, forze economiche e sociali della città. Su questi temi il Partito democratico sarà in prima fila e a disposizione per una discussione con la città”. Gianpaolo Serpagli, segretario provinciale del Partito democratico di Parma, interviene sull’inchiesta Pasimafi chiedendo che non venga fatto di ‘tutta l’erba un fascio’. “Chi oggi, incautamente, chiede il commissariamento della dirigenza l’azienda Ospedaliera sbaglia obiettivo e dimostra di essere in malafede: è stato proprio il direttore generale Massimo Fabi a denunciare quanto stava accadendo oltre un anno fa, chiedendo la sospensione del Dottor Fanelli ma il comitato dei Garanti, che fa capo all’Università, non ha accolto la sua proposta. Le responsabilità, quindi, vanno cercate altrove”.
Secondo il segretario provinciale, quanto emerge dall’inchiesta, è comunque molto preoccupante. “Dalle notizie che abbiamo – spiega Serpagli – è stato scoperto un sistema dedito alla corruzione in un settore molto delicato come la sanità, questo cancro deve essere sradicato con forza. Se pensiamo agli ultimi anni, la nostra città è stata spesso in prima pagina per casi di malaffare e questo deve spingerci a riflettere in maniera approfondita su quanto sta accadendo, un invito a ragionare insieme sul futuro di Parma che allargo a tutte le istituzioni”.
Per l’esponente Pd, però, si deve essere attenti a non generalizzare. “Siamo certi che la stragrande maggioranza dei dipendenti del Maggiore operi nel migliore dei modi e onestamente al servizio dei pazienti, a loro e ai dirigenti che per primi hanno denunciato il malaffare, va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. L’ospedale cittadino è il secondo hub in Emilia-Romagna: poche mele marce non possono certamente mettere in dubbio le capacità di centinaia di professionisti che hanno dedicato la loro vita alla cura degli altri e che, ogni giorno, fanno il proprio difficile lavoro con attenzione e dedizione”.