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Specializzazione in Medicina e Chirurgia. Giorgio Pagliari interroga il Governo

30 agosto 2017

Pubblicato in: Articoli G. Pagliari

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca  
Al Ministro della Salute

Premesso che:

a) su un noto quotidiano è apparsa un’anticipazione (?) relativa alla chiusura di 135 Scuole di specializzazione a causa del nuovo sistema di accreditamento e dei requisiti da questo richiesti;

b) tra le Scuole di specializzazione “a rischio di chiusura” ci sarebbero le parmensi “Anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore”, “Dermatologia e venereologia”, “Oftalmologia” e quelle, gestite in aggregazione con le Università di Modena, Reggio Emilia e di Ferrara, di “Neuropsichiatria infantile” e di “Medicina legale”;

c) è fatto notorio che il D. Interministeriale sull’accreditamento è stato emanato tra aprile e maggio e che, di conseguenza, le Università hanno dovuto cercare di adeguarsi in tempi molto ristretti, tenuto conto della complessità e delicatezza della questione;

d) d’altro lato, la presentazione della domanda ha visto proliferare il numero delle Scuole di specializzazione da circa 1000 a circa 1400, perché molte Università hanno sciolto le aggregazioni precedenti, avendo autonomamente i requisiti richiesti dal nuovo sistema di accreditamento;

e) tale lievitazione ha comportato che si evidenziasse un problema ulteriore: quello di contenimento e di razionalizzazione del sistema delle Scuole di specializzazione;

f) questa situazione ha comportato una sorta di snaturamento del processo di accreditamento perché si è innestato in esso anche un processo di riduzione delle Scuole di specializzazione;

g) da ciò è conseguita la necessità di escludere anche Scuole con un piano di adeguamento in linea con i parametri del D. Interministeriale;

h)  peraltro, è fatto notorio che le Scuole di specializzazione sono spesso frutto di accordi tra Università e che il sistema di accreditamento potrebbe risultare assolutamente virtuoso se consentisse e favorisse i processi di aggregazione concedendo il tempo necessario agli Atenei;

i) nella situazione determinata, tutto ciò non è stato possibile, determinando criticità diffuse e rischiando di creare disagi veri agli Atenei e, in particolare, agli aspiranti Specializzandi;

j) l’Università di Parma, come molte altre Università, in questo quadro, rischia una penalizzazione, oltre che sul piano del prestigio e dell’immagine, sul piano dell’offerta formativa e della qualità della formazione dei giovani medici per quel “quid pluris” legato proprio alla presenza di qualificate Scuole di specializzazione;

k) nessuno pensa che il processo di riorganizzazione non debba avvenire e che la razionalizzazione del sistema delle Scuole debba passare anche attraverso crescenti processi di aggregazione, ma appare senza costrutto la strada delle chiusure, per così dire, “lineari”, che non consentono di salvare, integrandole, tradizioni, esperienze e professionalità;

l)  il rischio, che si paventa oggi, è proprio questo; 

m) peraltro, il processo di accreditamento si è “intrecciato” con la riforma delle regole di accesso alle Scuole stesse, che ha causato il ritardo nella emanazione del bando e lo slittamento, a data non ancora sicura, dell’inizio delle lezioni;

n) in tale situazione, segnata da oggettive incertezze, appare ragionevole ritenere che sarebbe più che opportuno uno sdoppiamento dei tempi con la attuazione della riforma dell’accesso e il rinvio della riforma delle Scuole per valutare gli effetti della prima riforma e calibrare al meglio l’accreditamento;

SI CHIEDE: 

A)     se le notizie giornalistiche hanno fondamento;
B)     se non si ritiene di assumere decisioni di differimento del sistema dell’accreditamento, nei termini di cui alle premesse.  

Giorgio Pagliari
 


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