I premi conferiti al prof. Giacomo Rizzolati, scienziato di fama mondiale, e al dr. Agostino Bruno, giovane ricercatore, con i quali mi complimento, sono gli ultimi di una serie di riconoscimenti ottenuti da altri ricercatori della nostra Università, con i quali, parimenti, mi complimento e che ringrazio per il lustro dato al nostro Ateneo.
Tutti questi successi mantengono vivo e rilanciano il tema del ruolo della nostra Università, della sua tradizione unita al valore dei suoi docenti e ricercatori. In questo contesto, le difficoltà, innegabilmente esistenti, non devono impedire uno sforzo corale per una forte riaffermazione e rivendicazione della funzione irrinunciabile del nostro Ateneo. Una rivendicazione non di bandiera, né (semplicemente) politica, ma di merito, di contenuti, di attualità e di potenzialità scientifica e didattica: una rivendicazione fondata anche sulla consapevolezza di un sistema universitario, che deve sempre più ricercare il senso della sinergia pur in un contesto di sana competizione, indispensabile per un adeguato monitoraggio dello “stato dell’arte”, foss’anche in vista della riorganizzazione della rete universitaria, che sarebbe un errore portare avanti secondo logiche meramente economicistiche. Peraltro, la lunghissima crisi finanziaria ha sicuramente creato criticità forti e non semplicemente dovute alle scelte dei Rettori e dei management, che l’attuale fase espansiva dell’economia – e, quindi, almeno in linea tendenziale, delle risorse pubbliche – fa sperare che possa essere superata, “in primis” sul piano del ritorno ad adeguati standard di organico, così aiutando anche l’assorbimento dei molti abilitati, patrimonio scientifico da non disperdere e, prima ancora, persone, cui lo Stato deve offrire la chance per la quale li ha abilitati.
Questa riflessione, con attenzione alla ricerca nel campo medico, non può prescindere dal tema dell’integrazione con il sistema sanitario nazionale; tema complesso, ma che rappresenta una sfida per entrambe le parti: una sfida che si può vincere come anche Parma può dimostrare. Certo è una sfida che richiede la centralità dell’interesse generale e non di quello particolare.
Bisogna, in altri termini, che ci sia un cambio di mentalità: una sfida che, ad esempio, Parma ha tutti i numeri per vincere.
Giorgio Pagliari