“Con l’approvazione del decreto legislativo che reintroduce l'obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento in etichetta, il Governo ha mantenuto l’impegno assunto dopo che la normativa europea aveva abrogato la stessa prescrizione già contemplata dalla legislazione italiana previgente, ponendo ancora una volta il nostro Paese all’avanguardia nel rendere sempre più chiara e trasparente l'etichetta degli alimenti”.
A dichiararlo è il deputato Pd Giuseppe Romanini, componente della Commissione Agricoltura della Camera.
“Il provvedimento prevede un periodo transitorio di 180 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per lo smaltimento delle etichette già stampate e per l’esaurimento dei prodotti etichettati prima dell'entrata in vigore del decreto ma già immessi in commercio. La decisione assunta dal nostro Governo su proposta del Ministro Maurizio Martina” – ha spiegato Romanini – “consentirà non solo di offrire una più corretta e completa informazione ai consumatori, che potranno così consapevolmente scegliere tra le produzioni italiane e quelle importate dall’estero, ma anche di assicurare una più efficace tracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo”.
“Quello per l’etichettatura è un impegno che ha segnato questa legislatura: dopo l’introduzione dell’obbligo di indicare il luogo di origine per latte, riso e grano duro e l’impegno ad estenderlo anche al pomodoro da industria, il ripristino dell’indicazione in etichetta anche della sede di produzione rappresenta un ulteriore passo in avanti nella direzione della piena trasparenza nei confronti dei consumatori e della piena valorizzazione delle produzioni nazionali”.