“L’approvazione della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento aggiunge un tassello importante all’impegno che in questa legislatura abbiamo profuso per l'affermazione di quei diritti civili che in Italia sono stati troppo a lungo negati. E’ un atto di responsabilità della politica nei confronti delle persone malate e di tutti quei i cittadini che da anni chiedono di poter esprimere liberamente il proprio rifiuto all’accanimento terapeutico nel momento finale della propria vita” – ha spiegato Patrizia Maestri – “La legge approvata in via definitiva dal Senato è equilibrata perché valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato ed impegna il medico ad adoperarsi per alleviare le sofferenze del paziente anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario, garantendo un'appropriata terapia del dolore e l'erogazione delle cure palliative”.
“Nonostante il provvedimento sia stato approvato con un’ampia e trasversale maggioranza (180 voti favorevoli e soli 71 contrari), lasciano perplessi le minacce di quei settori del centrodestra che già dicono di voler cambiare o addirittura abrogare la legge in caso di vittoria elettorale nella prossima legislatura. Quella di oggi non è una conquista di parte, ma la vittoria di chi si è battuto, spesso controcorrente, per l’affermazione dei diritti civili nel nostro Paese”.