COCAINA , OVERCONSUMI
di Maurizio Vescovi
Continuare a parlare di droghe, di uso e abuso di sostanze stupefacenti – in particolare cocaina – non è mai fuori luogo e fuori tempo.Soprattutto quando-è subito evidente-il fenomeno si allarga e prende anche giovanissimi adolescenti.
Soprattutto non è mai pleonastico ricordare che la questione “droga” non è - e non è mai stata e non è soltanto – una questione di ordine pubblico. Quindi, non è primariamente un fatto che riguarda e che interessa solo le forze dell'Ordine.
Sicuramente l’aspetto dello spaccio e del contrasto agli spacciatori compete agli uomini dell’Arma e della Polizia. Sono loro in prima linea, è evidente. Ma quello che dobbiamo avere tutti ben chiaro in testa e davanti agli occhi è che se ci sono tanti spacciatori - spessissimo identificati tout court con gli stranieri, specie dopo i recenti, tragici fatti di cronaca – è comunque un dato connesso all’enorme domanda di droghe che viene dalle nostre città. Anche dalla nostra città. Questa è una premessa indispensabile per ragionare di droghe, in termini di mercato, di domanda e di offerta. Bene hanno fatto i Carabinieri(Repubblica.it PARMA 18/03/2018) -loro, tutori dell'ordine - a rammentare alla nostra Comunità che il problema grande è costituito dalla grande domanda.Lo hanno detto esplicitamente ieri l'altro-in occasione di una operazione anti-droga che li ha visti impegnati- richiamando ciascuno e tutti ad una rinnovata assunzione di responsabilità. Lo aveva detto in modo altrettanto esplicito - mesi fa - anche il questore Pier Riccardo Piovesana, in occasione della festa del Patrono della Polizia. Parole lucide che non lasciano spazi a fraintendimenti. Sono proprio i Tutori dell'ordine a ricordarci che ci sono tanti spacciatori per strada perché c'è tanta domanda. Sono proprio i Tutori dell'ordine a lanciarci un severo monito e cioè che" Siamo di fronte a un fenomeno che non può essere affrontato solo da un punto di vista di ordine pubblico,ma è un problema sociale e sanitario”. L'ovvietà dell'affermazione non si disgiunge dalla importanza del rilievo e acquista il sapore amaro del richiamo.Severo e giusto.La questione è la sicurezza sociale e le Forze dell'Ordine non possono-da sole-fermare il volano di crescita mercantile delle droghe.Con le pesanti ricadute sul tessuto sociale e nella vita quotidiana.
È la domanda a fare la differenza, ad indirizzare quali-quantitativamente lo spaccio delle sostanze, a determinare la “fortuna” – pensiamo ai tempi bui e non certo tramontati del consumo di eroina fra i giovani tossici, appartenenti spesso alle fasce sociali meno abbienti. Tempi – erano gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso – che hanno visto finire per overdose, nei luoghi tetri del degrado urbano,in anfratti sociali abbandonati, tante giovani vite. Storie non certo archiviate, drammi umani – individuali e familiari – non certo scongiurati e che non possono essere derubricati ad asettici fatti di cronaca.. Di overdose di eroina, purtroppo, si continua a morire anche oggi.
Ma la domanda di sostanze è comunque mutata. Il quadro si è ulteriormente scomposto, e ad orientare il mercato è oggi la domanda di cocaina e non solo.Si è fatto strada il poliabuso,l'alcool lo trovi dappertutto.La richiesta di sostanze , per essere soddisfatta, non si rivolge unicamente agli spacciatori di strada, che escono allo scoperto e si mostrano beffardamente – riconoscibili ed etichettabili a vista – nei luoghi dello scambio, della cessione di sostanze in cambio di euro. La loro presenza è un marker di mercato florido e di drug economy effervescente, indubbiamente, ma gli spacciatori di strada non hanno l’esclusiva. In un’età tecnologizzata, dove il web pervade ed invade la rete commerciale, anche le sostanze, l’incontro fra domanda e offerta di droghe viaggia in internet e tante smart drug vengono acquistate così. Un mercato fuori controllo, dunque.
Anche a Parma, dove l’uso di sostanze stupefacenti – cocaina, ma non solo – è molto diffuso. Non fermiamoci, allora, al problema degli spacciatori. La loro presenza è un epifenomeno. Chi si ferma a guardare il problema focalizzandosi soltanto sugli spacciatori è come il medico che non riesce a far diagnosi perché gli sfugge l'etiopatogenesi della malattia. A sostenere il mercato c'è la domanda, sia chiaro, ed è questa che fa girare denaro. Non dimentichiamocene mai.La facilità dell'acquisto(con la rete capillare degli spacciatori)favorisce l'incontro con le droghe.
Quindi, è il ganglio dell’assunzione, dei consumi - a volte saltuari e “autocontrollati”(????) - così come le dipendenze vere e proprie, seguite dai servizi territoriali, che deve essere posto costantemente sotto la lente di ingrandimento e stabilmente monitorato.
Tuttavia, ogni generalizzazione, qualunque tentativo di individuare “regolarità “entro un fenomeno multiforme, tentacolare e complesso come quello dell’uso/abuso di sostanze è, alla fine, fuorviante. Con buona certezza si può constatare che l’uso abituale di cocaina da un pezzo non è più un fenomeno di élite come in passato, mentre è purtroppo ormai sufficientemente assodato che il primo incontro con la coca avviene in età sempre più precoce, anche a partire dai 14 anni.
E, quindi, proprio pensando ai più giovani, ai bambini(che vedono i luoghi dello spaccio e dello smercio e si"abituano"a vederli..sic!!!) e agli adolescenti di oggi che emerge con forza il dovere di non abbassare la guardia rispetto al fenomeno-droghe. È doverosa una collegiale e trasversale assunzione di responsabilità, da parte degli adulti e delle figure primarie di riferimento, rispetto alla corretta informazione dei ragazzi circa il fenomeno-droghe. Ma è soprattutto indispensabile che i più giovani “sentano” su di sé l’attenzione e il sostegno degli adulti. Un’attenzione non giudicante ed un sostegno fermo, uno sguardo che li accompagna e una mano che si tende verso di loro, che li aiuta a riconoscersi come individui,a proiettarsi nel futuro e come membri di una comunità.Solo così potremo restituire una prospettiva di speranza.Solo così riacquisteremo credibilità ai loro occhi. Questo, probabilmente, sarebbe un sufficiente antidoto alla voglia di sballare.