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Resoconto del Consiglio comunale del 21 gennaio 2019

1 febbraio 2019

Pubblicato in: Gruppo PD Comune PR

La prima seduta del 2019 è stata davvero... originale: una sola delibera all’ordine del giorno… quando in altre occasioni ci si trova a dover discutere e votare molte delibere tutte in una volta, senza poterle approfondire veramente in commissione… Rispettiamo e capiamo il lavoro della struttura comunale, ma crediamo si possa migliorare il modo di organizzare l’iter dei provvedimenti.

Prima della delibera, ci sono state una comunicazione di Jacopozzi e due interrogazioni di Campanini.

Daria ha ricordato il dramma dei profughi morti in mare e dei barconi lasciati alla deriva, con i nostri porti chiusi e il cinico e disumano pugno di ferro del governo italiano. Occorre un salto di qualità nella reazione a tutto questo e anche le città devono fare pienamente la loro parte. Parma deve agire mettendosi in rete con le altre città che si stanno mobilitando.

La prima interrogazione riguardava la possibilità di facilitare la mobilità delle persone anziane che hanno difficoltà a muoversi e che abitano nei condomini senza ascensori; quindi facilitando sul piano regolamentare e incentivando la realizzazione di ascensori dove necessario.

L’assessora Rossi ha risposto che in centro storico ci sono molte limitazioni a interventi di questo tipo e che nei palazzi ACER si sta gradualmente cercando di provvedere. Per i condomini privati, invece, non ci sono problemi, se l’assemblea condominiale approva. Si è resa disponibile a sollecitare gli amministratori su questo punto. In realtà, diciamo noi, pare che alcune restrizioni regolamentari esistano (larghezza scale, ecc.) e si potrebbero affrontare. In più, bisogna aiutare i condomini a esplorare tutte le possibilità che possano rendere più convenienti i lavori e vedere se si può accedere a fonti di finanziamento. Il tema rimane aperto e sarà da sviluppare, perché la popolazione anziana (per fortuna) aumenta e dover rimanere isolati è innanzitutto ingiusto per la persona ma diventa anche un problema sociale.

La seconda interrogazione riguardava le gestione degli sfratti (alcune famiglie sono state lasciate in strada nei giorni prima di Natale e sono state ospitate da Caritas) e il paradosso del sottoutilizzo della struttura di miniappartamenti a scopo sociale di Via Casa Bianca (solo 2 occupati su 8). Sugli sfratti, chiediamo che ci sia una capacità di prevenzione e programmazione (non trovarsi a gestire sempre emergenze) lavorando con la prefettura e dialogando con i proprietari di case (cioè evitando il conflitto tra il diritto di “liberare” un proprio appartamento e il diritto di una persona o famiglia in difficoltà ad avere un tetto sulla testa). L’assessora Rossi ha risposto che nel 2018 (dati parziali) risultano essere 150 gli sfratti (in aumento) e che esiste già un tavolo di lavoro con prefettura e altri enti; ma secondo noi è utile se lavora nel senso sopra descritto. Per via Casa Bianca, presto saranno occupati anche gli altri miniappartamenti per ora vuoti. Speriamo.

L’unica delibera riguardava le modifiche allo statuto (patto parasociale) di IREN. Questione un po’ complessa, ma ci limitiamo ai punti salienti. In sintesi, i tre maggiori azionisti (Torino, Genova e Emilia, capitanata da Reggio) hanno stabilito un nuovo modello di governance in cui, se non si trova l’accordo sugli incarichi di vertice, il Presidente viene deciso dall’azionista di maggioranza (attualmente Genova con quasi il 19%), mentre gli altri determinano le altre cariche. Le quote dei soggetti pubblici calano dal 40 al 35% (pur rimanendo il controllo gestionale a maggioranza pubblica). In più, con l’ingresso in IREN di ACAM La Spezia, i 26 comuni spezzini entrano con un loro rappresentante e la quota di Parma cala ulteriormente (3,16), dopo le ampie vendite di azioni degli anni scorsi (giustificate per ripianare i debiti… ma erano sempre indispensabili…?). Gli altri hanno già deliberato, ma non Torino, in cui il gruppo 5 stelle ha chiesto in extremis al “suo” sindaco di sospendere e ridiscutere la delibera (anche se l’assessore Ferretti non sembrava essere informato di questo…). Abbiamo votato contro perché: vediamo sempre più debole la presenza e l’incidenza di Parma in IREN e Reggio Emilia ha di fatto la leadership emiliana in un settore strategico come quello dell’energia e dei rifiuti (nulla contro i cugini…) , nonostante a Parma sia attivo un termovalorizzatore; ci è stato detto in commissione che ACAM Spezia non navigava in buone acque, senza spiegarci però di quanto passivo IREN si è fatta carico assorbendola (anche qui, nulla contro gli spezzini…); la sensazione di una difficoltà di relazione tra IREN e la città, non certo per colpa di chi lavora nell’azienda, ma per responsabilità gestionali, è piuttosto diffusa ma di tutto questo non si vede traccia nelle strategie presentate. La delibera è ovviamente passata a maggioranza; per la cronaca, la Lega, dopo avere criticato pesantemente le multiutilities nella discussione generale, si è prudentemente astenuta…


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