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15 luglio 2009: Lettera di 13 senatrici ai candidati Segretario Nazionale del PD



Ai candidati a Segretario Nazionale PD


Chiediamo ai candidati a Segretario Nazionale del PD che nella campagna congressuale parlino in modo esteso e intenso con la società italiana e particolarmente con le donne del nostro Paese. Come un segno distintivo. L'Italia deve rinnovarsi con le sue migliori energie. Le donne, con i giovani, sono tra queste.


1. Il Partito Democratico abbia piena consapevolezza delle grandi sfide del mondo globale di cui l'Italia e l'Europa sono protagoniste: la nuova economia, l'ambiente, l'energia, l'alimentazione, la salute, le migrazioni, i diritti umani, il multilateralismo, una nuova ONU, la giustizia e la pace. Questo mondo nuovo è già cominciato.
Le donne ovunque sono in testa ai cambiamenti. Nelle aree sviluppate le competenze delle donne sono strategiche, così come lo sono nei paesi dell'Asia, dell'Africa, dell'America Latina. Donne coraggiose sono, con gradi sacrifici e con grande determinazione, il punto di riferimento di un mondo più libero e più giusto: Aung San Suu Kyi in Birmania, Shirin Ebadi in Iran. Noi siamo attivamente con loro.
Al contrario, nel nostro Paese, che ambisce a rivestire ruoli internazionali di primo piano, coerentemente con la propria storia ed il proprio livello di sviluppo, il deficit di presenza delle donne nella leadership politica, nel lavoro, nelle carriere definisce la cifra di questo sviluppo: uno sviluppo lento, diseguale tra territori, generazioni e generi e, come tale, iniquo e intollerabile.
Nel dibattito congressuale vorremmo che queste sfide e il ruolo delle donne fossero centrali, non per mera affermazione di parità, ma per la consapevolezza che da questa opzione dipende la qualità del futuro. Si tratta di compiere visibilmente un passo in avanti rispetto al livello dell'attuale discussione nel PD.


2. L'Italia ha bisogno che siano definiti un nuovo sviluppo e un nuovo welfare, che l'istruzione, la ricerca e l'innovazione siano strategiche, così come l'integrazione degli immigrati e una nuova civiltà del paese caratterizzata dal pluralismo culturale, etico, religioso, dall'affermazione delle regole e della legalità. Vi è bisogno di una cultura che sradichi l'intolleranza, il razzismo, la violenza particolarmente aggressiva nei confronti delle donne. Su questi temi strategici il sapere, l'esperienza, la sensibilità delle donne debbono essere ricercati e valorizzati dal Partito Democratico. L'uscita dalla crisi deve vedere un grande investimento sull'occupazione delle donne, sulla tutela della maternità e l'estensione dei servizi, sulla lotta alla povertà, il riconoscimento delle competenze e del merito delle persone. L'elaborazione delle mozioni congressuali, l'organizzazione del dibattito congressuale, la comunicazione politica debbono vedere presenti tante donne capaci. Devono essere le donne e gli uomini insieme a parlare della società e a disegnarne il profilo, non è utile, prima ancora che tollerabile, che le donne siano chiamate a commentare  e colorare un disegno tracciato dagli uomini.


3. La democrazia nel nostro paese sta subendo distorsioni che ne minano le fondamenta: svilita la partecipazione democratica, indebolita la credibilità della politica e delle istituzioni, irrise e violate le regole. Una analisi dei cambiamenti profondi avvenuti nell'era berlusconiana sia nella vita delle istituzioni sia nelle dinamiche culturali e politiche del Paese, anche ai fini dell'acquisizione del consenso, non è stata ancora realizzata dal PD.
L'autoritarismo e il populismo che ormai segnano la vita pubblica sono l'esito di lunghi anni di gestione del potere attraverso l'uso scientifico e massiccio dei media. In questo contesto l'immagine e l'uso commerciale delle donne e del loro corpo, sia nei media sia nei luoghi della politica, secondo la logica dello scambio e della compravendita fino ai vantaggi offerti a loro nella politica e nelle istituzioni stesse, hanno assunto negli ultimi tempi un rilievo nazionale e internazionale tale da richiedere una reazione culturale e politica adeguata che difenda la dignità dell'Italia, la dignità della politica, la dignità delle donne. La stessa dignità degli uomini in politica. Questa reazione non si è ancora vista. Si tratta in realtà non solo di stile e di decoro, ma di una profonda questione di democrazia, che chiama in causa l'uso del potere in una società democratica e nella vita della Repubblica. A chi ha la responsabilità del potere non tutto è lecito. Il potere come possesso, il potere come catalizzatore di denaro, ricchezza, eccessi, clientele, mercificazione delle relazioni. Non così le nostre Costituenti e i nostri Costituenti avevano immaginato la Repubblica.
Il dibattito congressuale non può tacere la necessità di una profonda rigenerazione morale e culturale della società, delle istituzioni, della politica. Il PD deve guidare questa rigenerazione.
Nel Paese e nel partito la questione morale ha anche a che fare col ruolo delle donne poichè l'etica nella scienza, nelle relazioni, nella definizione e nella gestione degli obiettivi e dei limiti del potere passa attraverso la relazione con il corpo, materiale e simbolico delle donne: l'atteggiamento verso il potere, il rispetto del principio democratico e il rispetto delle donne sono consustanziali. Il paternalismo e l'autoritarismo deprimono parimenti la libertà delle donne e degli uomini; sono la marca di una società che sta rinunciando alla democrazia.
I candidati alla Segreteria Nazionale siano interpreti di questa necessità di rigenerazione della democrazia e della politica, dicendo in che modo e con quali strumenti essa va affrontata.


4. La conquista della parità tra donne e uomini, garantita nella Costituzione e da ultimo all'art. 51, nei Trattati dell'Unione Europea nonché dallo Statuto del Partito, non può rimanere priva di sostanziali realizzazioni. Si tratta di passare, nel partito e nel Paese, dalla "democrazia formale" alla democrazia sostanziale che riconosca pari dignità a parità di meriti. Il criterio del merito peraltro, dovrebbe regolare la selezione e la formazione delle classi dirigenti.
La competenza, l'intelligenza, il coraggio delle donne sono alla base della domanda di una forte valorizzazione della loro presenza in ogni organismo del Partito e nelle liste. Il Partito Democratico deve far proprio il loro contributo politico per cambiare il paese impiegando le sue migliori energie.
5. Le settimane congressuali, per essere credibili agli occhi di tutti, hanno bisogno dell'esercizio delle categorie politiche che derivano dall'etica, dalla proporzione e dalla misura del discorso pubblico, dei comportamenti, delle scelte. La verità come bussola, la legalità democratica interna, il rispetto degli uni verso gli altri sono la precondizione perché lo spazio congressuale possa essere sentito, riconosciuto e vissuto come lo spazio di una nuova politica e di una autentica esperienza democratica. Devono essere declinati senza ambiguità obiettivi e contenuti, chiedendo alle donne ed agli uomini di discutere. Crediamo che le donne, come gli uomini, debbano avere ruolo per il contributo di idee che sono in grado di offrire, non per la "fedeltà" che troppo spesso sono chiamate ad esprimere.


Roma, 14 luglio 2009

Le Senatrici

Marilena ADAMO
Tamara BLAZINA
Anna Maria CARLONI
Franca CHIAROMONTE
Silvia DELLA MONICA
Cinzia Maria FONTANA
Rita GHEDINI
Maria LEDDI
Marina MAGISTRELLI
Francesca MARINARO
Daniela MAZZUCONI
Colomba MONGIELLO
Albertina SOLIANI






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