Il documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) approvato dalla Camera dei Deputati nonostante il voto contrario di tutte le opposizioni è un documento non all'altezza dell'attuale situazione economica del Paese. Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha passato gli ultimi tre mesi a tentare di confutare i dati sulla crisi economica, dati che pur provenivano da autorevoli istituti nazionali e internazionali. Con l'approvazione del Dpef il Governo prende atto - finalmente - che quei dati erano la pura verità e non ‘dichiarazioni catastrofiste' come qualcuno ha ironizzato anche recentemente.
I dati infatti, sono inconfutabili: cresce l'indebitamento netto, il debito pubblico aumenta di quasi dieci punti percentuali, il Pil crolla del 5.3%.
Nonostante i tagli lineari della finanziaria del luglio scorso che hanno colpito tutti i settori, anche quelli chiave per affrontare la crisi, come l'istruzione e la ricerca, i conti pubblici non sono affatto in ordine e le promesse fatte dal Ministro Tremonti un anno fa si sono rivelate solo annunci e sono state smentite dai fatti.
Il decreto anticrisi approvato dalla Camera dei Deputati - il settimo nel giro di pochi mesi - è un ulteriore esempio di una politica governativa altalenante, che fa e disfa in continuazione: le misure contenute nel decreto, ancora prima dell'approvazione definitiva da parte del Senato, infatti, vengono di fatto già smentite dall'annuncio di un ‘controdecreto' che ne modificherà i punti fondamentali, a partire dalle misure a sostegno dell'economia del sud, dalla regolarizzazione delle badanti, dalla tassa sull'oro di Bankitalia, dalla riforma della  Corte dei Conti, dalle autorizzazioni ambientali relative agli impianti di energia. A proposito ricordo infatti che il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo aveva minacciato le dimissioni qualora le competenze del suo ministero non fossero state ripristinate.
Il Governo ha dovuto fare marcia indietro anche perché ancora una volta il Presidente della Repubblica si è fatto garante del rispetto della Costituzione e delle norme che regolano le leggi di bilancio.


Il Partito Democratico, da un anno, denuncia che tutti gli interventi predisposti dal Governo non sono stati in grado di affrontare la situazione e indicare misure efficaci per sostenere le imprese in difficoltà, i lavoratori, le famiglie.
Abbiamo fatto proposte, indicato correttivi, collaborato a livello parlamentare per migliorare le misure del Governo: altro che opposizione distruttiva! Ma le nostre osservazioni sono sempre state respinte in modo pregiudiziale dalla maggioranza. Fin qui c'è stata totale chiusura ma la realtà dei problemi del Paese è talmente evidente che, con il Dpef e con il nuovo decreto in via di definizione, l'esecutivo stesso è stato costretto a riconoscerla ma ancora non si propone di affrontarla.
Tremonti, sempre più spesso, mette in difficoltà la sua maggioranza e riesce a tenerla unita solo perché i provvedimenti vengono approvati con il voto di fiducia, ma fuori dalle aule parlamentari diversi esponenti della maggioranza ammettono che il Governo deve cambiare rotta, come dimostrato dalle polemiche sulle mancate risorse per il sud.
Un cambio di rotta che da tempo il PD richiede: non lo facciamo per spirito di parte ma nell'interesse del Paese.



On. Carmen Motta