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18 agosto 2009: Zappavigna: "Sostengo Franceschini perché credo nel progetto, ambizioso, sui cui è nato il PD"



  Con il prossimo Congresso il Partito Democratico affronta un passaggio decisivo, non solo per il proprio futuro, ma anche per il futuro del Paese. L'Italia versa infatti in una crisi la cui gravità sfugge tuttora a buona parte della società e della stessa classe dirigente, a cominciare dalla maggioranza di governo. Occorre un profondo rinnovamento, politico, culturale e sociale, del sistema Paese che liberi energie e crei opportunità, promuova capacità e merito, sottragga il funzionamento dello Stato al predominio delle logiche burocratiche e ai condizionamenti di gruppi di potere e corporazioni. Un cambiamento indispensabile per tenere il passo con le società più avanzate, reggere la spinta della globalizzazione e garantire un migliore futuro alle nuove generazioni.
La politica ha il compito di guidare il Paese in questo difficile processo di modernizzazione; ma per far questo occorre che la politica, la sinistra nel nostro caso, riesca in primo luogo a rinnovare se stessa. Rinnovando non solo le proprie idee, ma anche le forme del proprio agire. Ritrovando una maggiore sintonia con i bisogni espressi dal corpo sociale, costruendo un progetto chiaro, concreto e convincente e riacquisendo, anche nelle sue figure rappresentative, una credibilità che è venuta indubbiamente appannandosi.
Questo era il progetto, certamente ambizioso,  per cui è nato il Partito Democratico è questo è il progetto di cui il Paese ha più che mai bisogno.
E' dalla consapevolezza di questo bisogno di cambiamento che ho tratto la decisione di sostenere la candidatura di Franceschini alla segreteria nazionale del Partito Democratico. La mia scelta non è tanto motivata da differenze nei punti programmatici riscontrate nei documenti presentati dai tre principali candidati; in realtà le opzioni di fondo sono molto simili, per non dire identiche, ed è un bene che sia così. E' invece l'idea di partito, e del suo rapporto con la società, che appare un po' diversa, più che nei documenti (anche se qualche accenno significativo si coglie), nelle figure stesse e nella storia personale dei candidati.
La mia visione di partito che, pur strutturato e organizzato, sia molto aperto alla società, dinamico e non "prigioniero" di autoperpetuantesi nomenclature, trova il suo più immediato riferimento nella figura di Franceschini che non in quella degli altri due candidati. I quali hanno, per ragioni diverse, indubbi di titoli di merito per ambire a tale carica. Ma rispetto sia a Bersani che a Marino, mi pare che Franceschini meglio rappresenti la sintesi tra le due anime fondative del partito (quella di tradizione cattolica e quella di tradizione socialista) che costituisce il principale  "valore aggiunto" del Partito Democratico.
In altri termini, credo che egli sia meglio in grado di garantire al tempo stesso l'unità del partito e la sua carica innovativa. Un ruolo che mi pare abbia saputo svolgere piuttosto bene nei difficili mesi trascorsi e che gli viene riconosciuto, fra gli altri, da Piero Fassino, forse il più convinto e fattivo artefice della nuova realtà politica.
Voglio però aggiungere che, per quanto le dispute sulle candidature siano destinate probabilmente ad assorbire la maggiore attenzione, soprattutto dei media, non dobbiamo perdere di vista qual è l'oggetto più importante del prossimo congresso, ossia il progetto politico che intendiamo proporre. Né ignorare il fatto che questo congresso segna più un punto di partenza che non di arrivo; l'avvio di un percorso che dovrà coinvolgere e offrire spazio a nuovi soggetti e a più giovani generazioni.
Anche sotto questo profilo mi pare che Franceschini abbia dimostrato di avere una visione della politica ed uno stile personale adatti a promuovere la partecipazione di nuove e più fresche energie alla vita e alla gestione del partito.  


Paolo Zappavigna

Segreteria cittadina PD




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