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23 ottobre 2009: Figli di un Dio minore, intervento di Tiziana Mozzoni



  Come sempre nei mesi di ottobre-novembre vengono presentati studi e riflessioni sui fenomeni migratori, un po' in tutta Italia. Sono molto interessanti i dati emersi da una ricerca promossa dall'Agenzia Redattore Sociale, realizzata da Caritas Migrantes  e presentata in questi giorni a Roma. Vale davvero la pena soffermarsi su alcuni di essi e su ciò che emerge. Non è dimostrabile che esista corrispondenza diretta e automatica tra l'aumento della presenza degli immigrati in Italia e l'aumento della criminalità: tra il 2001 e il 2005 (ultimo anno in cui sono disponibili le statistiche giudiziarie dell'Istat) gli stranieri sono aumentati di più del 100% mentre le denunce nei loro confronti sono aumentate quasi del 46%.
In che tipo di reati sono coinvolti i migranti? La maggior parte delle denuncia riguarda reati comuni e microcriminalità, in cui lo straniero è coinvolto singolarmente. Difficilmente sono coinvolti in rapine in banca (il 3%) e in uffici postali (il 5%), evasione fiscale e contributiva (il 5,8%), omissione di contributi previdenziali (8%), associazione per delinquere (10,6%).  Ci sono comunque anche reati "preoccupanti e non sottovalutabili": spaccio, prostituzione, strozzinaggio, scippi, aggressioni, furti, ma in misura minore.
La metà della popolazione migrante è rappresentata da donne, ma le donne sono implicate solo in un caso ogni sette. Non solo: la incidenza dei reati commessi da donne immigrate (13,4%) è più bassa rispetto al 15,2% delle donne italiane.
Sei italiani su dieci pensano che gli immigrati siano più delinquenti degli italiani. Ma i dati della ricerca ribaltano la visione italiana della immigrazione che tende a far combaciare lo straniero con il delinquente. Ed è utile ricordare che tra i 4 milioni circa di residenti in Italia, due milioni una volta erano irregolari.
Una politica fatta solo di slogan urlati che seminano paura e diffidenza, che alimentano l'odio non serve a governare la trasformazione in atto nelle nostre comunità. E' indispensabile che la sicurezza sia garantita anche mettendo in condizione le forze dell'ordine di avere i finanziamenti necessari e non continuando a tagliare i fondi statali a loro destinati. La fermezza e la severità contro chi commette reati deve essere una certezza. E' sicurezza combattere  i traffici criminali che gestiscono l'immigrazione clandestina. Ma continuare a identificare immigrazione e criminalità è solo una forma di razzismo. Come è razzismo identificare gli italiani con i mafiosi. Ma è sicurezza combattere la mafia.
Ma la sicurezza non è solo ordine pubblico. Si garantisce anche favorendo integrazione, conoscenza, relazioni positive tra i cittadini e accesso ai diritti. Lo stesso dr. Manganelli, capo della Polizia, ha dichiarato ieri che l'immigrazione va affrontata con un approccio a cavallo tra rigore, solidarietà e accoglienza. Sono ‘temi' su cui fortunatamente in Italia il volontariato è uno straordinario protagonista. Non è quindi sicurezza tagliare una importante fonte di finanziamento per il volontariato, per i comuni e per la ricerca. Mentre il terzo settore aspetta ancora le erogazioni del 5 per mille per gli anni 2007 e 2008, già versate dal 61% dei contribuenti, per un controvalore di circa 500 milioni di euro l'anno, per il 2010, visitando il sito dell'Agenzia delle Entrate si può vedere la bozza di Cud 2010 sprovvista del rigo riguardante la scelta del 5 per mille da parte dei contribuenti. E anche nel Documento di programmazione economico finanziaria per il prossimo anno non è previsto, ad oggi, alcun finanziamento al 5 per mille. Limitare il sostegno al volontariato non serve a rendere più sicuri i nostri territori.  


Tiziana Mozzoni
Direzione Prov.le Pd Parma







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