"Nel carcere della mia città, Parma, il 7 ottobre scorso è deceduto Giuseppe Saladino. La famiglia è ancora in attesa di sapere perché. Non possiamo rassegnarci al fatto che non è stato messo in atto in Italia un sistema di adeguate misure alternative al carcere. Diverse volte ho visitato gli istituti penitenziari delle città della mia regione, l'Emilia-Romagna, ho toccato con mano le condizioni dei detenuti e la fatica degli operatori, lo squallore degli ambienti, interni ed esterni, i lavori di manutenzione che vanno a rilento e non finiscono mai, le docce che non ci sono, gli spazi angusti per i colloqui. Nell'agosto scorso, dopo un sopralluogo, ho scritto una lettera aperta alle istituzioni locali perché le città sentano il carcere dentro non fuori il loro confini, come parte di sé". Così la senatrice del Pd Albertina Soliani intervenuta in dichiarazione in Aula al Senato sulle mozioni sulla situazione carceraria. "Non dobbiamo rassegnarci a questo stato di cose. Come può la Lega Nord fare l'elogio dell'afflizione del carcere, quando conosciamo tutti le condizioni di disumanità, di sofferenza e di mancanza di speranza che vivono i detenuti. "Bisogna ripristinare la legalità nel sistema penitenziario italiano e il Parlamento deve fare la sua parte. Non possiamo rassegnarci al fatto che ci sono più detenuti tossicodipendenti in carcere che nelle comunità terapeutiche, al fatto che circa il 37 per cento del totale dei detenuti siano extracomunitari o che nelle carceri italiane ci si autoferisce e si muore, anche per suicidio, spesso nell'abbandono". Soliani ha sottolineato che "non è stato messo in atto nel Paese un sistema di adeguate misure alternative al carcere, le sole che possono abbattere i costi della detenzione, ridurre la possibilità di nuovi reati, aumentare la sicurezza sociale e salvare le vite". " La senatrice Soliani ha affrontato anche l'argomento "scottante" della sanità in carcere. "Dal 1° aprile del 2008 - ha ricordato - è stata trasferita alle responsabilità del Servizio sanitario nazionale la gestione della sanità in carcere, un'occasione per affidare il servizio sanitario nelle carceri alla piena e autonoma responsabilità degli operatori e delle strutture del Servizio sanitario nazionale. poiché il diritto alla salute è un diritto primario anche per le persone in carcere. Lo Stato che le ha sotto tutela deve loro garantire anche questo diritto. Molte di queste condizioni possono essere modificate e migliorate, solo che lo si voglia, solo che si abbia l'idea di un'Italia diversa e la passione per la sua crescita come Paese civile".
"La nostra mozione - spiega Soliani - ha indicato obiettivi concreti. Al Governo chiediamo che consideri: la Carta costituzionale e la faccia vivere nelle carceri perché essa non può fermarsi sulla loro soglia; i diritti umani universali e li rispetti; la necessità e l'urgenza di umanizzare il carcere e di riformare radicalmente la custodia cautelare, l'esecuzione della pena, la sua territorialità, i trattamenti complessivi, gli strumenti alternativi, l'adeguamento degli organici e degli operatori e la loro formazione nelle scuole di polizia penitenziaria". "Il Governo investa le risorse necessarie - conclude la parlamentare - e le carceri saranno più gestibili e si sfoltiranno. La dignità umana sarà tutelata e la società sarà più sicura, perché se migliorano le condizioni in carcere si costruisce anche una società più sicura".