22 marzo 2011: Negozi etnici. Roberto Garbi risponde al sindaco Vignali
Ultimamente il nostro sindaco, sentendo area di elezioni, ha evidentemente iniziato una campagna alla ricerca di nuovi consensi. Per sedurre i comitati, sta facendo finta che la costruzione del termovalorizzatore non dipenda da lui. Ovviamente non è vero, ma lui insiste. Chissà che a forza di ripeterlo qualcuno ci creda. Adesso per farsi amico la Lega prova a fare un po' di scena scrivendo una lettera a Errani per fermare i negozi etnici.
A dire il vero, se il tema gli sta a cuore sul serio, poteva parlarne con l'assessore competente che - ne sono convinto - non gli avrebbe certo negato l'incontro o poteva far muovere i rappresentanti di Parma in Assemblea legislativa. No, lui ha preferito la sceneggiata pubblica del dispaccio a Errani, manco il presidente fosse un'entità inaccessibile cui rivolgersi mezzo stampa.
In merito alla sua richiesta - al di là del modo con cui è stata avanzata - credo che, prima ancora che la Giunta si pronunci, sia possibile dire alcune cose. Come tanti commenti hanno fatto notare, in Italia una delle poche liberalizzazione davvero realizzate è quella del commercio. Non credo che Vignali voglia tornare indietro e rimpianga politiche dirigiste, dove era il politico a decidere chi deve aprire, dove, come e quando.
Penso che sia bene lasciare fare questo mestiere al libero mercato. Il mercato però deve avere delle regole. E allora, se di queste parliamo, e delle nuove iniziative, credo sia possibile lavorare insieme a una nuova normativa che, armonizzandosi con quelle esistenti, favorisca davvero l'integrazione evitando che si creino zone della città caratterizzate da un unico tipo di offerta commerciale e garantisca la tracciabilità dei prodotti - di tutti, di quelli locali come di quelli indiani - e l'igienicità dei locali, a tutela dei consumatori.
Non si tratta di creare né corsie preferenziali né ostacoli, né per le trattorie locali né per i negozi etnici, ma di costruire insieme un sistema di regole e incentivi che favoriscano l'integrazione e la ricchezza dell'offerta. Se è a questo che il sindaco chiede di lavorare, e se non è solo un po' di propaganda filo leghista che cerca, allora lo spazio per lavorare insieme è aperto e sono sicuro che troverà la Regione attenta e disponibile al confronto.
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